domenica 20 agosto 2017

Satira preventiva

A che punto è la costruzione di una nuova coalizione di centrosinistra? Va interpretato come un segnale positivo il fatto che Renzi, che aveva fornito a Pisapia un numero di cellulare sbagliato (rispondeva un ferramenta di Catanzaro) ha deciso di fargli avere finalmente quello giusto? Nel frattempo il ferramenta di Catanzaro, dopo mesi di telefonate, si è convinto della bontà delle proposte di Pisapia e gli ha assicurato il suo appoggio politico.
Il problema Il problema del Pd è come controllare la sua minoranza interna. Il problema di Pisapia è come controllare la sua maggioranza esterna, composta da un'ottantina tra partiti, associazioni e circoli. Si tratta del celebre "partito diffuso", creato sul modello dell'albergo diffuso e con lo stesso problema fondamentale: non si sa mai dove andare a ritirare le chiavi e si rischia di passare la notte in macchina, di pessimo umore. Pisapia non dispera di riuscire a mettere d'accordo tutti, adottando la stessa abilissima linea politica che gli permise di vincere le elezioni a Milano: parlare con i centri sociali senza farlo sapere ai confindustriali, e parlare con i confindustriali all'insaputa dei centri sociali. «Su scala nazionale - spiegano i politologi - è più facile farla franca. Se si agisce in una sola città, sono decisamente più alte le probabilità di essere visti mentre si esce da un portone».
Renzi Matteo Renzi è al lavoro con uno staff multidisciplinare (politologi, psicologi, matematici) che sta cercando di spiegargli il concetto di "alleanza", complementare al concetto aritmetico di "somma". Per lui è una novità assoluta e un'esperienza inedita. Da quando, ancora bambino, vinse il campionato toscano di calcio a uno, Matteo considera il concetto di "squadra" come una degenerazione della politica. «Perché passare la palla a qualcuno? E se poi non te la restituisce?». Nelle prime sedute, lo sforzo congiunto dei consiglieri di Renzi è stato cercare di prendere la parola. Contano di poterlo fare entro poche settimane, approfittando del momento in cui il segretario andrà in bagno per cinque minuti.
La galassia L'attenzione degli esperti è rivolta soprattutto alla famosa "galassia della sinistra", composta da partiti a volte così piccoli che devono essere dati in affido a famiglie benemerite che provvedono a ospitarli. Si parla, in genere, di "galassia", su modello astronomico, perché di alcuni di questi partiti rimane solo l'insegna, che riesce a fare luce anche molti anni dopo la loro estinzione. Ma alcuni studiosi preferiscono applicare il modello epidemiologico e sostengono che la rapida proliferazione e l'altrettanto repentina scomparsa di questi partiti non ricorda tanto una galassia, quanto le macchie della varicella. Quanto alla domanda: ci staranno oppure no?, la sola risposta possibile è forse sì, forse no. «Molto dipende da cosa fa il partito vicino - spiega il politologo Gildo Breseghin -, se dice di sì, allora per distinguersi bisogna dire di no, e viceversa. Questo porta al classico andamento binario: un sì, un no, un sì, un no, perché ogni voto deve essere opposto a quello del precedente. Dunque, grossomodo, possiamo supporre una metà di sì all'alleanza, e una metà di no.
I trotzkisti Sono una quarantina di persone in tutta Italia, e sarebbero tutto sommato favorevoli ad allearsi con qualcuno, anche perché tra di loro si annoiano; ma prima di prendere qualunque decisione devono aspettare che si riunisca la Quarta Internazionale, la cui sede è vacante da trentacinque anni e della quale si sono perdute le tracce.
I fuorusciti Che atteggiamento avranno Bersani e D'Alema, nell'ipotesi che si arrivi a un patto tra Renzi e Pisapia? Si sta facendo strada una soluzione di compromesso: aderire al patto Renzi-Pisapia solo a condizione che Renzi ne resti fuori. Due le soluzioni possibili: che Renzi nomini un prestanome, in modo che il patto Renzi-Pisapia diventi, per esempio, Galbusera-Pisapia. Oppure che Renzi sigli il patto con Pisapia, se ci tiene tanto, ma poi si candidi con il centrodestra.
Il caso limite È quello di "Possibile" di Pippo Civati. La minoranza interna, capeggiata dal cugino Ciccio Civati, ha deciso di uscire e dare vita a "Probabile".
Michele Serra

(L'Espresso 18 giugno 2017)