mercoledì 18 ottobre 2017

SULLA PELLE LA RAPPRESENTAZIONE SIMBOLICA DI PAURE E DESIDERI

È tranchant Alessandro Bonansea, direttore del Servizio di psicologia clinica dell`Asl TO3, nello spiegare le motivazioni che portano un individuo della società attuale, in Occidente - in altre culture i significati possono essere distanti e diversi - a tatuare il proprio corpo. Anche se va ricordato che i suoi non sono giudizi personali ma logiche che scaturiscono da teorie psicologiche. «Rivelano problemi di accettazione relativamente ai propri pari, di identità di ruolo, e spesso una carenza di valori, e in ultimo può esserci anche una dimostrazione subliminale di sofferenza». Questo sentire, debole per diventare cosciente, condizionerebbe comunque il comportamento.
Come sempre, non si può generalizzare, ogni caso è un caso a sé, così come ogni tatuaggio racconta un universo, per chi sa entrarvi dentro e decifrarlo. «C'è una bella differenza anche tra chi sceglie di farsi tatuare un piccolo simbolo e chi invece decide di ricoprirsi di inchiostro». È impressionante quanto possa rivelare della persona che lo porta un semplice disegno a fior di pelle. «Un nome, una data, ad esempio possono essere un modo per soddisfare l'istanza di controllo; questo tipo di rappresentazione simbolica è molto forte tra gli adolescenti - spiega il dottor Bonansea -. È come se pensassero: "ti materializzo, quindi ti posso controllare"». Il corpo diventa libro, talvolta aperto, altre volte da sfogliare: «C'è anche una differenza di approccio relativamente alla parte del corpo che ci si tatua. Ci sono tatuaggi "invisibili" nel quotidiano perché impressi in parti intime, solitamente vestite» ma che diventano elemento di fascinazione per chi potrà svelare quel corpo. Anche il desiderio di focalizzare un momento della propria vita ha un significato che giace tra le pieghe dell'inconscio. «Quando si rimane bloccati tra il desiderio di autonomia e la necessità di dipendenza », conclude il "nostro" psicologo. (S. D'A.)

(L'Eco del Chisone, 4 ottobre)