I ragazzi dello Ius soli
Dopo 15 giorni di presidio in piazza Castello sono partiti per Roma e oggi incontreranno il presidente del Senato Pietro Grasso e gli chiederanno aiuto per l'approvazione della legge sullo Ius soli.
Sono in dieci su un furgone. Tra loro ci sono esponenti delle associazioni ma anche giovani stranieri, privi di cittadinanza o che l'hanno ottenuta di recente. Storie vere come quella di Ayoub Moussaid: il padre è diventato cittadino italiano e così, automaticamente, anche la sorellina e il fratellino, che rientravano nei limiti d'età. Lui è rimasto escluso. Nel gruppo c'è anche chi ce l'ha fatta come Miruna Valeria Brocco Pirvu, italo-romena, arrivata in Italia all'età di 6 anni. La madre ha sposato un italiano ma non ha chiesto la cittadinanza. Lei, a 16 anni, ne ha sentito l'esigenza e ce l'ha fatta con l'adozione. «Molte storie non sono a lieto fine come la mia - dice Miruna Valeria -, rappresentiamo le persone che non hanno ancora questo diritto. Serve una legge per bambini che di fatto sono italiani dalla nascita».
Camilla Cupelli
(La Stampa 20 novembre)
Dopo 15 giorni di presidio in piazza Castello sono partiti per Roma e oggi incontreranno il presidente del Senato Pietro Grasso e gli chiederanno aiuto per l'approvazione della legge sullo Ius soli.
Sono in dieci su un furgone. Tra loro ci sono esponenti delle associazioni ma anche giovani stranieri, privi di cittadinanza o che l'hanno ottenuta di recente. Storie vere come quella di Ayoub Moussaid: il padre è diventato cittadino italiano e così, automaticamente, anche la sorellina e il fratellino, che rientravano nei limiti d'età. Lui è rimasto escluso. Nel gruppo c'è anche chi ce l'ha fatta come Miruna Valeria Brocco Pirvu, italo-romena, arrivata in Italia all'età di 6 anni. La madre ha sposato un italiano ma non ha chiesto la cittadinanza. Lei, a 16 anni, ne ha sentito l'esigenza e ce l'ha fatta con l'adozione. «Molte storie non sono a lieto fine come la mia - dice Miruna Valeria -, rappresentiamo le persone che non hanno ancora questo diritto. Serve una legge per bambini che di fatto sono italiani dalla nascita».
Camilla Cupelli
(La Stampa 20 novembre)