Che
cos’è un albero? Mi dirai: “Ma
che domanda stupida mi fai, tutti sappiamo che cos’è un albero, è
ovvio, lo sa anche un bambino”.
Ecco il problema: l’albero è diventato ovvio. Un albero non fa
notizia.
E’ un oggetto qualunque, muto, quasi banale. Così un
melo, una quercia, un pioppo. Banali ornamenti del nostro paesaggio.
Non abbiamo sicuramente tempo da perdere per fermarci a guardare un
pero o un faggio.
Al massimo ci fermiamo quando a scuola studiamo il
funzionamento delle piante o ci fermiamo per lavoro, se siamo
contadini o commercianti di frutta o di legname. L’albero ci
interessa per motivi di studio o di lavoro, per scienza o per
mercato. Niente di più. Non parla, è muto. Eppure da sempre
l’albero ci prende gli occhi e ci stimola ad alzare lo sguardo
verso il cielo. Soprattutto gli alberi grandi, i pioppi o i pini, ci
invitano a seguire con gli occhi il tronco fino alla chioma, fino al
cielo. Da sempre gli alberi sono un dito puntato al cielo, sono la
terra che si innalza verso il cielo, sono il tentativo della terra di
toccare il cielo.
Da ragazzi, a volte restavamo incantati ai piedi di
un grande albero, con gli occhi spalancati verso l’alto. Ecco: un
albero è un grido al cielo. E’ un invito a tirar fuori la
nostalgia del cielo. Ogni albero è un simbolo: rimanda ad un oltre.
Sussurra il cielo. Ben saldo nella terra ha la chioma dentro il
cielo. Per questo è illuminante la frase d Tagore: “Gli
alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in
ascolto”. Mi
pare splendido guardare gli alberi in questa luce. Camminare o andare
in auto con questo sguardo diventa stimolante: gli alberi iniziano a
parlare, a fare domande, a evocare immaginazioni. Gli alberi ci
aiutano ad andare oltre le mille questioni che riempiono la nostra
giornata per cercare un orizzonte, un senso, una prospettiva, un
sogno.
Ci
dicono: “Respira,
alza lo sguardo, non lasciarti portare via le cose belle che tieni in
cuore. Non lasciarti mangiare dai problemi”. Per
chi è credente gli alberi sono preghiere. Ogni albero può aiutarti
ad alzare lo sguardo al cielo sapendo che il cielo non è vuoto, è
abitato. Ogni albero è uno stupendo invito alla fiducia. Proprio per
questo gli umani quando hanno costruito le chiese hanno usato alberi
per unire il pavimento alla volta (volta celeste): le colonne. Esse
sono costruite come alberi, con la base (le radici) e il capitello
(la chioma), lì, nelle chiese, ci ricordiamo la funzione degli
alberi: unire la terra al cielo. Ti auguro, con questi occhi, di fare
quattro passi tra gli alberi e di vedere il cielo. Buon cammino.