lunedì 29 gennaio 2018

"GLI ALBERI SONO LO SFORZO INFINITO DELLA TERRA PER PARLARE AL CIELO IN ASCOLTO" (TAGORE)


Che cos’è un albero? Mi dirai: “Ma che domanda stupida mi fai, tutti sappiamo che cos’è un albero, è ovvio, lo sa anche un bambino”. Ecco il problema: l’albero è diventato ovvio. Un albero non fa notizia.
E’ un oggetto qualunque, muto, quasi banale. Così un melo, una quercia, un pioppo. Banali ornamenti del nostro paesaggio. Non abbiamo sicuramente tempo da perdere per fermarci a guardare un pero o un faggio.
Al massimo ci fermiamo quando a scuola studiamo il funzionamento delle piante o ci fermiamo per lavoro, se siamo contadini o commercianti di frutta o di legname. L’albero ci interessa per motivi di studio o di lavoro, per scienza o per mercato. Niente di più. Non parla, è muto. Eppure da sempre l’albero ci prende gli occhi e ci stimola ad alzare lo sguardo verso il cielo. Soprattutto gli alberi grandi, i pioppi o i pini, ci invitano a seguire con gli occhi il tronco fino alla chioma, fino al cielo. Da sempre gli alberi sono un dito puntato al cielo, sono la terra che si innalza verso il cielo, sono il tentativo della terra di toccare il cielo.
Da ragazzi, a volte restavamo incantati ai piedi di un grande albero, con gli occhi spalancati verso l’alto. Ecco: un albero è un grido al cielo. E’ un invito a tirar fuori la nostalgia del cielo. Ogni albero è un simbolo: rimanda ad un oltre.
Sussurra il cielo. Ben saldo nella terra ha la chioma dentro il cielo. Per questo è illuminante la frase d Tagore: “Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto”. Mi pare splendido guardare gli alberi in questa luce. Camminare o andare in auto con questo sguardo diventa stimolante: gli alberi iniziano a parlare, a fare domande, a evocare immaginazioni. Gli alberi ci aiutano ad andare oltre le mille questioni che riempiono la nostra giornata per cercare un orizzonte, un senso, una prospettiva, un sogno.
Ci dicono: “Respira, alza lo sguardo, non lasciarti portare via le cose belle che tieni in cuore. Non lasciarti mangiare dai problemi”. Per chi è credente gli alberi sono preghiere. Ogni albero può aiutarti ad alzare lo sguardo al cielo sapendo che il cielo non è vuoto, è abitato. Ogni albero è uno stupendo invito alla fiducia. Proprio per questo gli umani quando hanno costruito le chiese hanno usato alberi per unire il pavimento alla volta (volta celeste): le colonne. Esse sono costruite come alberi, con la base (le radici) e il capitello (la chioma), lì, nelle chiese, ci ricordiamo la funzione degli alberi: unire la terra al cielo. Ti auguro, con questi occhi, di fare quattro passi tra gli alberi e di vedere il cielo. Buon cammino.

Derio Olivero, vescovo, L’eco del Chisone 17/1.