mercoledì 3 gennaio 2018

LA FORZA EVOCATIVA DI UN MATRIARCATO MAI ESISTITO


L’incontro promosso da una donna che non ha alcun titolo per farlo se non una caparbia volontà, evoca storicamente un prima, una società materna che non è mai esistita, un matriarcato mai realizzato. Eppure quell’epoca persiste nell’immaginario come un mondo di pace, di eguaglianza, di giustizia, lo stesso che sottende ogni utopia. Nell’inquieto rapporto tra sessi, nel loro dissimmetrico confronto, possiamo scorgere un desiderio di ricominciare, di stipulare una nuova alleanza, di dire “ancora”.
Ma la soluzione di tanti conflitti che turbano la nostra civiltà, causati dalle pulsioni aggressive e autodistruttive dell’uomo, è un problema che rischia di restare irrisolto.
Come scrive Freud in conclusione a Il disagio della civiltà: “E ora dobbiamo aspettarci che l’altra ‘potenza celeste’ l’eterno Eros, faccia uno sforzo per imporsi nella lotta contro il suo altrettanto immortale avversario (Thanatos). Ma chi può prevedere quale sarà l’esito, e se sarà felice?”.
Come sempre, posti di fronte a quesiti più radicali, non ci resta che appellarci all’educazione, alla possibilità di prevenire gli scontri costruendo una nuova umanità, capace di incanalare la naturale aggressività verso ideali condivisi. A tal fine è ancora alla madre che spetta il compito fondamentale di sostituire al maschio virile, all’eroe violento, all’individuo competitivo, un soggetto capace di affermarsi accettando le componenti passive della sua identità, come la dipendenza, la vulnerabilità, la caducità: quanto ci rende davvero umani”.
Silvia Vegetti Finzi