sabato 24 febbraio 2018

DA MUSULMANI A CRISTIANI LO STRANO BOOM DELL'AUSTRIA
Nel Paese del governo anti-immigrati crescono le conversioni di profughi islamici. Scorciatoia per ottenere il diritto all'asilo? La Chiesa nega.


Ho letto la Bibbia dodici volte di seguito. Neanche un giorno di pausa». Alexandra è una cristiana fervente, su questo non ci sono dubbi. Un tempo era una fervente musulmana. Viveva in Iran e non si chiamava Alexandra: «Pregavo molto, ma avevo anche tanta paura di Dio». E poi c'è Josef. Lui preferisce citare l'evangelista Luca: «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano». Josef viene dall'Afghanistan, e si fa fotografare solo con il cappuccio in testa: teme che certi suoi conoscenti islamici in Austria e i parenti in patria vengano a sapere della sua conversione. «Troppo pericoloso».
Il fatto è che Alexandra e Josef sono entrati in una statistica che fa molto discutere nel Paese di Mozart: come loro, sono almeno 750 i migranti islamici che nel 2017 si sono fatti battezzare facendosi accogliere tra le braccia della Chiesa cattolica. È un boom, e anche di notevole proporzioni: un aumento del 73 per cento. Nel 2016 i convertiti erano 433, l'anno precedente il numero si è fermato a 322. Solo a Vienna, tra i neobattezzati del 2017 figurano 260 adulti provenienti da quindici diverse nazioni.
Non sfugge, ovviamente, che l'Austria oggi sia governata da una coalizione che preoccupa moltissimo l'Europa, quella tra i conservatori in salsa postmoderna del neo-cancelliere Sebastian Kurz e gli ultra-destri nazionalisti dell'Fpoe di Heinz-Christian Strache, i nipotini di Joerg Haider. Un'alleanza la cui retorica anti-immigrati e tra le più rumorose del Vecchio Continente: contrariamente alla Germania, il tetto all'ingresso per i richiedenti asilo c'è, ed è di 20 mila persone l'anno, ed è per fermare presunte invasioni di profughi che ogni tanto alla frontiera del Brennero compaiono i militari austriaci.
Comprensibilmente, la Chiesa viennese mette le mani avanti e nega che la crescita esponenziale di conversioni da parte dei migranti provenienti da Paesi di religione islamica (prevalentemente Afghanistan, Siria e Iran) sia un modo per "facilitare" la concessione dell'asilo. «È solo un pregiudizio», assicura Friederike Dostal, dell'arcidiocesi di Vienna, interpellata dalla Welt: «Noi siamo molto severi nella selezione di chi intende compiere questo percorso». E d'accordo Karl Schiefermair, della Chiesa evangelica, che segnala un notevole aumento dei battesimi adulti anche nelle proprie strutture: «Nel 2017 erano 230. Di solito sono dieci, forse venti l'anno».
Per i cattolici, la preparazione al battesimo dura almeno un anno, comprende la partecipazione regolare a lezioni di catechismo,ovviamente1a frequentazione assidua della messa, nonché una condotta di vita coerente con i dettami della fede cristiana («Se qualcuno si comporta come un pascià di certo non otterrà il nostro benestare», dice Dostal). Anzi: a chi in Austria polemizza sul presunto "abuso d'asilo", la Chiesa viennese ricorda quanto siano dure e pericolose le vie di chi arriva a bussare alla sua porta.
Al quotidiano austriaco Kurier, Josef racconta di un amico insieme al quale distribuiva Bibbie in Afghanistan: «Venne arrestato. Appena lo seppi, io scappai in Europa. Di lui non ho mai più sentito parlare»
Roberto Brunelli

(Il Venerdì 9 febbraio 2018)