Papa
Francesco non è privo di teologia. Ne ha una con molti punti chiari
e altrettanti oscuri, medioevali.
I
poveri li ha sempre sulla bocca, ma soprattutto li ha nel cuore. Non
è poco. Ma usa e rilancia tutta la “brodaglia del devozionalismo”
mariano, reliquiario, ossario cercando di utilizzarlo a scopi
solidaristici.
Ma
è una operazione ambigua. Sul terreno dogmatico, liturgico ed
esegetico è un papa immobilista con ricadute all’indietro di
stampo oscurantista. Padre Pio è una storia inventate una persona
strumentalizzata. Per papa Francesco tutto fa brodo e consenso. Se da
una parte in questi cinque anni il papa ha giustamente goduto di un
consenso estesissimo e ha suscitato entusiasmo, dall’altra i veri
nodi di un autentico rinnovamento teologico, ministeriale, liturgico
e dogmatico restano accantonati, nemmeno messi all’ordine del
giorno.
Diavolo,
santi, madonne, apparizioni, reliquie, santuari, indulgenze sono in
piena espansione, con tutta la benedizione papale. Le donne non hanno
una reale partecipazione ministeriale, i dogmi vengono ripetuti, il
catechismo resta intatto…
Il
rischio di illudersi che tutto proceda verso un nuovo cristianesimo
sta crescendo. Intanto crescono i cristiani “devozionalisti” e
quelli fondamentalisti.
Franco
Barbero