sabato 3 marzo 2018

Generazione basta armi

Di che cosa stiamo parlando
I giornali americani li hanno già ribattezzati "generazione Columbine". Nati cioè dopo quella che è passata alla storia come la prima tragica strage in una scuola, quella compiuta appunto in un liceo di Columbine, in Colorado, nel 1999. Ma i ragazzi di Parkland dove è avvenuta l'ultima strage - 17 morti nel giorno di San Valentino, compresa l'ex fidanzatina del killer diciannovenne, il suo nuovo ragazzo e la miglior amica - non ci stanno. «Non può essere considerato normale morire nel luogo dove dovremmo sentirci più al sicuro, la scuola», dicono ora a Repubblica. Hanno organizzato una grande marcia nazionale da tenere il 24 marzo a Washington, dove già ieri c'è stata una manifestazione per chiedere norme più restrittive sulle armi. E non temono di rispondere anche a Donald Trump che su Twitter accusa l'Fbi di «aver passato troppo tempo ad occuparsi del Russiagate» invece di fermare il killer. «L'Fbi è stata incredibile. Ha salvato molti di noi», ha detto Emma Gonzalez, leader degli studenti. «Le parole di Trump sono disgustose».
(la Repubblica 20 febbraio)

Questi sono i segnali che riceviamo da giovani che non si rassegnano alla "società del mercato e delle armi".
Di questa "nuova generazione" il mondo ha un immenso bisogno.

F. B.