A cura di Paolo Rigliano, Sguardi sul genere. Voci in dialogo,
Mimesis Edizioni, Sesto San Giovanni 2018,
pgg.294, Euro 24.00.
Proprio mentre si fa martellante l'iniziativa dei
fondamentalisti, cattolici e non, i quali hanno inventato
l'ideologia gender che costituirebbe la distruzione del modello
unico di famiglia, diventa necessario far luce sugli studi di
genere che si stanno sviluppando con grande lucidità e fecondità.
Il libro, che qui segnalo e raccomando, compie
alcune operazioni fondamentali. Si parte dalla consapevolezza
che in larga misura ci manca un vocabolario adeguato alla
realtà, un linguaggio corretto per accostarci alle questioni di
genere.
Regna sovrana la confusione dei linguaggi. Identità
sessuale, sesso biologico, identità di genere, ruolo di
genere, orientamento sessuale, identità
di orientamento sessuale....non sono concetti acquisiti
nella comunicazione quotidiana nei vari ambienti della nostra
vita, nelle scuole, nei giornali e nei vari strumenti più
accessibili ai cittadini.
Concetti come fluidità sessuale, intersessualità,
disforia di genere non sono assolutamente noti nel campo degli
operatori sanitari, degli educatori. Spesso sono pressoché sconosciuti da coloro che nelle chiese esercitano un ministero
di insegnamento o di cura pastorale.
Esiste ancora, come retroterra culturale, una
concezione antropologica esclusivamente "binaria", maschio e
femmina, uomo e donna, fuori dalla quale o si è condannati
all'invisibilità o si è dichiarati malati.
Il linguaggio e la mentalità del patologico hanno
condotto spesso a definire malattia o disturbo ciò che fuoriusciva
dalla classificazione binaria. Spesso la nostra ignoranza si
traduce in linguaggi emarginanti, escludenti, che bollano di
patologico ogni territorio umano e relazionale sconosciuto. La
fecondità degli studi di genere consiste nella capacità di rompere
l'accerchiamento del paradigma binario.
MI sembra doveroso avvertire il lettore e la
lettrice del fatto che queste pagine sono spesso difficili da
leggere e da concettualizzare. Esse rappresentano un aiuto ad
entrare nel mondo delle persone e delle relazioni plurali, ma
non hanno la presunzione di dire l'ultima parola su alcune questioni
tuttora controverse. In ogni caso ringrazio vivamente gli Autori
e le Autrici di questa audace impresa di ricerca perché ci
offrono un contributo preziosissimo per aiutarci a lasciare alle
spalle le visioni binarie e rigide di cui sono piene la nostra
cultura occidentale e le nostre teologie.
Caro lettore e cara lettrice, la realtà è più
ricca , varia e sorprendente di quanto gli stereotipi ci abbiamo
fatto vedere.
Allarghiamo lo sguardo con stupore e, ancora una
volta, lodiamo il Dio della creazione che fa fiorire il suo
giardino nella pluralità e nelle differenze. Scienza e fede stanno
aiutandoci ad amare ogni fiore del giardino....
Buona lettura
Franco Barbero