venerdì 11 maggio 2018

IL VOLTAIRE ANTISEMITA

IL VOLTAIRE ANTISEMITA

Elena Loewenthal ha tradotto e curato la pubblicazione di “Juifs”, “il manifesto dell’antisemitismo moderno a cura del padre della tolleranza” (Claudio Gallone Editore, Milano 1997, pag. 86), uno scritto di Voltaire poco noto e assai difforme dall’immagine che noi abbiamo della sua figura e della sua riflessione: “Forse Voltaire non odiava gli ebrei, ma certo è che li disprezzava con grande trasporto e soprattutto con un senso di superiorità che non ammetteva deroghe di sorta, né dubbi o ripensamenti…. E per non averli intorno a sé sarebbe disposto a fare o lasciar fare molto. Molto, quasi tutto, tranne che bruciarli. Forse” (pag. XXIII).
In fondo Voltaire è tollerante: “State pure qui tra di noi, ma che non si veda una sinagoga in giro: pregate nel chiuso delle case, sono fatti vostri” (XXXIII). Prosegue l’Autrice: “Voltaire tratta la Bibbia come uno straccio logorato dall’uso. Li considera un popolo ignorante e barbaro… (pag. XXXV).
Le sue parole sembrano incredibili: “Insomma, non troverete in essi che un popolo ignorante e barbaro, che unisce da molto tempo la più sordida avarizia alla più detestabile superstizione e al più tenace odio per tutti i popoli che li tollerano e li arricchiscono. Tuttavia non bisogna bruciarli” (pag. 27). “Ben lungi dall'odiarvi vi ho sempre compatiti" (pag.41).
“Ritornate in Giudea più presto che potete. Vi chiedo soltanto di lasciare due o tre famiglie ebraiche, per avviare dove abito, una piccola, utile attività commerciale. Perché se come teologi siete molto ridicoli (e noi anche), come commercianti siete molto intelligenti, e noi no” (pag. 79). “Siete degli animali calcolanti; sforzatevi di essere degli animali pensanti (pag. 81).
Dunque Voltaire non è riuscito a liberarsi dal solito pregiudizio e, su questo terreno, fa parte dell’oscurantismo che sembra ancora molto radicato e ricorrente.
Il testo merita una attenta lettura integrale.
Franco Barbero