lunedì 14 maggio 2018

La Cina ha fame ed è in Brasile che casca l’asino

Un antico detto asiatico sostiene che l'unica cosa con quattro zampe che i cinesi non mangiano è il tavolo. Tra gli animali domestici più prelibati in Cina c'è l'asino. Ricercatissima è anche una gelatina prodotta bollendo le pelli dell'asino, l'ejiao, che si dice faccia bene alla salute, rallenti l'invecchiamento e potenzi l'attività sessuale. I cinesi sono così ghiotti di asino da averne decimato la popolazione a casa loro, un tempo la più numerosa al mondo. Dal 1990 ad oggi questa è scesa da 6 milioni ad appena mezzo milione. Soluzione del problema: importare gli asini. Secondo Donkey Sanctuary, una ong britannica che si occupa della protezione dei quadrupedi, il mercato globale delle loro pelli è pari a circa 10 milioni l'anno. Dato che diversi paesi africani hanno proibito l'esportazione di asini perché spesso viene condotta illegalmente, i cinesi sono andati in Sud America ad approvvigionarsi, in particolare in Brasile.
Il Brasile vanta circa un milione di asini e ha a disposizione mattatoi di prima classe dove processarne carne e pelli. Un tempo utilissimi animali domestici in campagna, oggi sono stati rimpiazzati dai veicoli, tra cui le moto. Morale: in Brasile c'è chi non sa che farsene di questi animali che, anzi, spesso rappresentano un pericolo. Nel nord-est, ad esempio, vagando liberamente lungo le strade causando incidenti stradali. L'idea di trasformarli in un prodotto di esportazione simile alla carne di manzo, dunque, piace a molti, dai contadini ai politici fino agli automobilisti. In attesa del completamento di controlli e formalità relative alla vendita in Cina, il Brasile ha già costruito due mattatoi per macellane gli asini. Dopo le proibizioni africane e le tariffe doganali di Trump, la disponibilità brasiliana è stata una piacevolissima sorpresa per i cinesi.
Loretta Napoleoni

(Il Venerdì 27 aprile)