Storia dell'omosessualità via al corso con cento iscritti
Si parte dall'Ancien régime, e dunque dal Settecento, e si arriva fino ai giorni nostri. «La prima lezione sarà un'introduzione sui concetti di genere. Fornirò una prima illustrazione di come le categorie siano cambiate nel corso dei secoli», racconta Maya De Leo, la docente che domani terrà la prima lezione di Storia dell'omosessualità all'Università di Torino. L'appuntamento è per le 12 a Palazzo Nuovo e a presentare il ciclo di lezioni ci saranno i vertici dell'ateneo, perché si tratta del primo ciclo di lezioni accademiche su questo tema che viene organizzato in Italia. Il corso vale sei crediti formativi, fa parte del percorso di laurea triennale del Dams. Parte domani e si conclude il 6 giugno. Per ora si sono iscritti oltre cento studenti, dunque ben più del previsto, visto che era stata prenotata un'aula da 56 posti.
Il primo concetto che la professoressa De Leo cercherà di trasmettere è questo: «La nostra concezione di genere, sesso e orientamento sessuale si costruisce e si afferma con la contemporaneità. Nel tardo Settecento l'intersessualità si chiamava ermafroditismo ed era intesa con una specificità, che poi nell'epoca contemporanea è stata negata. Ancora oggi un corpo che non è né chiaramente maschile né chiaramente femminile non viene accettato e viene corretto chirurgicamente». La storia, però, ha fatto il suo corso, come dimostra la nascita del movimento di fine anni 70: «Il femminismo di seconda ondata e i moti di Stonewall costituiscono un momento di discontinuità totale con il passato», evidenzia la docente dell'Università di Torino.
Ma i temi toccati durante le 16 lezioni sono tanti: si va dall'"omosessuale moderno" dell'Ottocento alle prime culture "Lgbtq+", dalla censura dei regimi ai movimenti di liberazione di genere, dalla rappresentazione dell'Aids fatta dai media fino alle attuali narrazioni dell'omosessualità.
L'insegnamento di fondo, spiega Maya De Leo, è che «il percorso delle tematiche omosessuali nei secoli non è lineare: ci sono momenti di regressione, di stallo e di progressione. Ad esempio, prima del nazifascismo esisteva una sottocultura "Lgbt" nelle grandi città, ma nel secondo Dopoguerra non si è ripartiti dal punto di prima, bensì da più indietro».
Nell'organizzare il corso, la docente ha dovuto far fronte alla scarsità di libri su queste tematiche. Ecco perché per l'esame vengono proposti cinque libri, di cui due in italiano e tre in inglese, e gli studenti dovranno sceglierne due: «Purtroppo - fa notare l'insegnante - i classici della storiografia dell'omosessualità provengono da autori anglosassoni che non sono ancora stati tradotti.
Stefano Parola
(la Repubblica 22 aprile)
Si parte dall'Ancien régime, e dunque dal Settecento, e si arriva fino ai giorni nostri. «La prima lezione sarà un'introduzione sui concetti di genere. Fornirò una prima illustrazione di come le categorie siano cambiate nel corso dei secoli», racconta Maya De Leo, la docente che domani terrà la prima lezione di Storia dell'omosessualità all'Università di Torino. L'appuntamento è per le 12 a Palazzo Nuovo e a presentare il ciclo di lezioni ci saranno i vertici dell'ateneo, perché si tratta del primo ciclo di lezioni accademiche su questo tema che viene organizzato in Italia. Il corso vale sei crediti formativi, fa parte del percorso di laurea triennale del Dams. Parte domani e si conclude il 6 giugno. Per ora si sono iscritti oltre cento studenti, dunque ben più del previsto, visto che era stata prenotata un'aula da 56 posti.
Il primo concetto che la professoressa De Leo cercherà di trasmettere è questo: «La nostra concezione di genere, sesso e orientamento sessuale si costruisce e si afferma con la contemporaneità. Nel tardo Settecento l'intersessualità si chiamava ermafroditismo ed era intesa con una specificità, che poi nell'epoca contemporanea è stata negata. Ancora oggi un corpo che non è né chiaramente maschile né chiaramente femminile non viene accettato e viene corretto chirurgicamente». La storia, però, ha fatto il suo corso, come dimostra la nascita del movimento di fine anni 70: «Il femminismo di seconda ondata e i moti di Stonewall costituiscono un momento di discontinuità totale con il passato», evidenzia la docente dell'Università di Torino.
Ma i temi toccati durante le 16 lezioni sono tanti: si va dall'"omosessuale moderno" dell'Ottocento alle prime culture "Lgbtq+", dalla censura dei regimi ai movimenti di liberazione di genere, dalla rappresentazione dell'Aids fatta dai media fino alle attuali narrazioni dell'omosessualità.
L'insegnamento di fondo, spiega Maya De Leo, è che «il percorso delle tematiche omosessuali nei secoli non è lineare: ci sono momenti di regressione, di stallo e di progressione. Ad esempio, prima del nazifascismo esisteva una sottocultura "Lgbt" nelle grandi città, ma nel secondo Dopoguerra non si è ripartiti dal punto di prima, bensì da più indietro».
Nell'organizzare il corso, la docente ha dovuto far fronte alla scarsità di libri su queste tematiche. Ecco perché per l'esame vengono proposti cinque libri, di cui due in italiano e tre in inglese, e gli studenti dovranno sceglierne due: «Purtroppo - fa notare l'insegnante - i classici della storiografia dell'omosessualità provengono da autori anglosassoni che non sono ancora stati tradotti.
Stefano Parola
(la Repubblica 22 aprile)