giovedì 21 giugno 2018

Cena posticipata per il compagno musulmano

Al Tabisca di piazza Vittorio la tavolata della 3A liceo scientifico dell'Einstein, sabato sera, si è seduta alle 22 spaccate quando molte altre cene di fine anno erano già arrivata al caffè.
«Lo hanno fatto per me, perché sono musulmano e rispetto il digiuno per il ramadan - spiega Reda Herradi, 17 anni - Non è stata una mia richiesta, ma ho apprezzato davvero il gesto dei miei amici». I suoi compagni di classe hanno deciso di organizzare la cena di fine anno dopo il tramonto in modo che Reda potesse interrompere il digiuno nel rispetto della sua religione. «Non c'è niente di strano - dice Irene Arancio, una compagna di classe - Volevamo esserci tutti e abbiamo fatto in modo che fosse così, tanto alle 20 o alle 22 non cambia niente, se sei in piazza Vittorio con tanti locali a disposizione».
La semplicità con cui la studentessa spiega la decisione della classe è anche il frutto del lavoro di una scuola che, immersa nel cuore di Barriera di Milano, ha deciso di parlare di integrazione con i fatti. «Non sapevo niente dell'iniziativa degli studenti ma non mi stupisce, questo è il clima che c'è tra i ragazzi di ogni cultura e religione nella nostra scuola», spiega il dirigente scolastico Marco Chiauzza che da cinque anni gestisce 1400 studenti, tra il liceo scientifico di via Pacini e il liceo delle scienze umane di via Bologna. «Per i ragazzi avere come compagno di banco uno studente musulmano o una ragazza straniera è la quotidianità e nessuno lo nota.
Tra di loro sono semplicemente compagni - dice il dirigente Stando a scuola e parlando con i ragazzi si scopre che la realtà è meno monolitica di quel che si crede e non esistono solo musulmani e cristiani, ma ragazzi che fanno scelte diverse e che a scuola si confrontano».
Reda è il primo di tre fratelli.
«Ora anche mio fratello frequenta l'Einstein, lui è in prima e so che i suoi compagni hanno fatto lo stesso e hanno organizzato una cena più tardi per permettergli di partecipare». Il digiuno dell'unico studente musulmano della classe ha suscitato curiosità: «Spesso mi fanno domande, ma a me piace rispondere, l'anno scorso abbiamo anche fatto una ricerca sull'islam e mi hanno chiesto di confrontare quello che dicevano i libri con quel che avevo imparato dalla mia famiglia».
Reda è italiano come i suoi fratelli, i suoi genitori sono originari del Marocco ed è stata la mamma ad insegnargli l'arabo. Rispetta il digiuno nel mese di ramadan da quando aveva 14 anni, «anche se solo da quando ne avevo 16 sono diventato rigoroso», precisa.
«Nella nostra scuola abbiamo molte occasioni di confronto sulle religioni - continua Chiauzza - Ad esempio abbiamo istituito tre giornate, una per ogni anno dalla terza in poi, per fare incontrare i ragazzi e diversi esperti. Anche l'ora di religione, da noi, affronta il tema con una visione più ampia».
L'altra sera, al Tabisca, però, non c'erano lezioni e nemmeno insegnanti, ma solo la voglia di stare insieme dei ragazzi: «Abbiamo parlato delle vacanze, dell'ultimo giorno di scuola, che altro?» si chiede Irene che in questa cena dopo il tramonto non vede nulla di particolare o straordinario, se non la concessione di sua madre a poter tornare a casa un po' più tardi.
Carlotta Rocci

(la Repubblica 11 giugno)