sabato 23 giugno 2018

I colleghi le “regalano” ore di ferie

La solidarietà per sconfiggere la malattia e dare la possibilità a una collega di prendersi cura del marito. Ad Airasca, nello stabilimento della Skf, la multinazionale leader mondiale nella produzione di cuscinetti a sfera, la solidarietà, quella in cui affondano le radici del sindacato metalmeccanico nato ai primi del Novecento nelle casse di mutuo soccorso, riemerge nella prima applicazione di un modello di contratto aziendale firmato nel 2015.
Gli operai della fabbrica infatti hanno organizzato una "colletta delle ferie" per consentire alla collega di occuparsi del marito malato. «Un numero significativo di lavoratori ha manifestato alla direzione del personale la volontà di conferire a favore di una collega che necessità di prestare cure costanti al coniuge parte delle ore di ferie monetizzabili e permessi retribuiti accantonati in conto ore» si legge nel comunicato diffuso ieri. L'accordo è stato sottoscritto dalle Rush di Fim, Fiom, Uilm e Fali e dall'azienda: «Spesso si dimentica che dietro ai risultati economici ottenuti dalle aziende, ci sono lavoratrici e lavoratori, persone che purtroppo possono incappare in gravi problemi di salute e familiari ed e doveroso intervenire per cercare di aiutare chi e in difficoltà - scrivono le rappresentanti - Noi lo abbiamo fatto e siamo soddisfatti».
Soddisfatti anche i sindacati: «Questa è la prima applicazione dell'accordo aziendale Skf del 10 febbraio 2015 - racconta Claudio Chiarle, segretario generale della Firn Cisl Torino e Canavese - Era stato uno dei primi a introdurre la solidarietà tra i lavoratori attraverso un atto concreto di redistribuzione di un istituto contrattuale. La buona contrattazione c'è e si vede». Stesso tenore nelle parole del responsabile Fiom per la Skf, Edi Lazzi: «Il sindacato serve anche a questo – dice -Speriamo sia di buon esempio per stendere questa pratica anche nelle altre aziende».
La "banca delle ferie solidali" 'è nata alla Skf ancora prima che tutto ciò fosse previsto dal contratto nazionale, ma finora per fortuna nessuno aveva dovuto ricorrervi. In  questo caso però la donna, che aveva già usufruito delle facilitazioni connesse a chi ha un parente malato, aveva la necessità di altri giorni per poter seguire il marito e rischiava di dover rinunciare a parte dello stipendio per potersi occupare di lui. Questo non succederà grazie alla disponibilità di un buon numero di  colleghi che metteranno a disposizione giornate di ferie o permessi che "cedono" alla collega in difficoltà.
Jacopo Ricca

(la Repubblica 9 giugno)