Siamo
un ingranaggio funzionale al sistema che ti impone di comprare e
comprare, in maniera compulsiva, e spendi il tempo della tua vita
nella fretta di guadagnare abbastanza per poter continuare a
comprare. E se ti indebiti, meglio ancora.
Tutto
questo fa parte della cultura della nostra epoca. Assieme a un altro
aspetto: avere successo nella vita significa possedere denaro e
accumularne sempre di più.
Ecco
la nostra nuova religione, non quella che si annuncia nei discorsi,
bensì quella che si diffonde in modo subliminale nell’intero arco
delle svariate combinazioni del sistema.
Allora
un cambio di sistema prevede, in buona misura, un cambiamento
culturale, e se non cambia la nostra testa non cambierà mai niente.
Anche se venissero nazionalizzati tutti i mezzi di produzione e di
distribuzione, genereremmo soltanto burocrazia, che consumerebbe
sempre più soldi.
Ma
penso soprattutto ai giovani. E soprattutto pensando a loro dico che
non possiamo più accettare il concetto di progresso come
l’equivalente della felicità umana.
Se
il progresso non comporta che la gente provi una maggiore gioia di
vivere, allora siamo di fronte a un progresso falso.
E
se non possiamo arrivare a grandi falcate a società più libere, più
eque, più giuste, nell’immediato dobbiamo almeno imparare che
esiste un margine di felicità possibile in questo mondo, in questa
vita e in questa realtà, non tra cinquanta o mille anni, bensì
oggi!
José
Mujica