“Benché
Gesù non sia stato un predicatore dell’inferno e di vendette
divine, l’inferno ha messo radici e ha trionfato nel cristianesimo.
La Chiesa si è convertita in un’ardente predicatrice dell’inferno
e delle sue pene, piuttosto che del cielo, dal momento che la sua
divina minaccia costituiva il mezzo migliore per mantenere i fedeli
buoni e obbedienti.
I pastori della Chiesa hanno saputo inculcare
l’orrore e il terrore nel corpo delle loro pecore, come se Dio
fosse un segugio o un cerbero. In questo modo i pastori, pensando che
così le cose sarebbero andate meglio per loro, al posto d’insegnare
agli uomini l’amore, la bontà e la misericordia infinita di Dio,
hanno inoculato il veleno della paura e del terrore divini, lo
spavento di fronte a un Dio castigatore e giustiziere.
E stiamo
continuando così, sia pure in grado minore. Con tutto ciò, la
Chiesa ha perso da tempo la nozione di pedagogia umana e anche,
chiaramente, il senso di Dio.
Nonostante
la dottrina dogmatica della Chiesa sull’inferno e le sue tremende
ed eterne pene, ci sono stati molti teologi che, lungo la storia,
l’hanno negato fermamente. Non soltanto Origene nel III secolo.
La
Chiesa, però, grazie al suo potere pervasivo, ha fatto sempre
prevalere e ha sempre magnificato i grandi predicatori dell’inferno
eterno”.