domenica 1 luglio 2018

Comunità cristiana di base di via Città di Gap, Pinerolo
NOTIZIARIO DELLA CASA DELL'ASCOLTO E DELLA PREGHIERA
N°48 luglio e agosto '18

In evidenza:
     APPUNTAMENTI DI COMUNITA'

- 6-20/7, 10-24/8 e 2/9: eucarestia

- 27/7: Incontro su libro di B. Salvarani

- 31/8: Incontro su libro di B.D. Ehrman

- 3/9: gruppi biblici (ripresa)

    NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

- Gr. "Amicizia islamo-cristiana"

- 24/7 Gruppo Primavera di Rivalta
     RECENSIONI
- Salvarani, Teologia per tempi incerti

- B. D. Ehrman, E Gesù diventò Dio

- E. Grande, Guai ai poveri
     SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE
- "Caro papa" di Dea Santonico

- Se poesia e profezia si abbracciano

    DALLA NOSTRA COMUNITA'

- Questa comunità

APPUNTAMENTI DI COMUNITA' (via Città di Gap 13 -II piano

     VENERDI' 6 LUGLIO dalle 21 alle 22 – Eucarestia (prepara Franco)

     VENERDI' 20 LUGLIO dalle 21 alle 22 – Eucarestia (prepara Franca A.)

     VENERDI' 27 LUGLIO dalle ore 21 – Incontro di studio e confronto: Franco Barbero presenterà il libro "Le fragilità nel I Testamento" di B. Salvarani (vedi più avanti).

     VENERDI' 10 AGOSTO dalle 21 alle 22 – Eucarestia (prep. Esperanza e Stefania)

     VENERDI' 24 AGOSTO dalle 21 alle 21:45 – Eucarestia (prepara Francesca).

     VENERDI' 24 AGOSTO dalle 21:45 alle 22:30 – Assemblea comunitaria: programmiamo insieme le attività di settembre, impostando il notiziario.

     VENERDI' 31 AGOSTO dalle ore 21 – Incontro di studio e confronto: Franco Barbero presenterà il libro "E Gesù diventò Dio" di Ehrman (vedi recensione più avanti).

     DOMENICA 2 SETTEMBRE dalle 10 alle 11 – Eucarestia (prepara Ines)

     LUNEDI' 3 SETTEMBRE dalle ore 15,30 alle ore 17 e dalle ore 21 alle 22,30 - Gruppi biblici: riprendiamo, dopo la pausa estiva, il vangelo di Luca, a cui dedicheremo almeno ancora due mesi (siamo arrivati al cap.17). Dopo il vangelo leggeremo gli Atti, che ci occuperanno per circa un mese e mezzo, e il libro del profeta Isaia. All'ultima assemblea di comunità abbiamo deciso di dedicare l'ultimo gruppo biblico di ogni mese ad incontri di approfondimento in stile "lezione" (introduzione di circa 45' minuti del/la relatore/trice e dibattito comunitario a seguire): vi informeremo sul primo incontro sul prossimo notiziario.

     DOMENICA 9 SETTEMBRE – Uscita comunitaria ad Albiano. Il ritrovo è davanti alla sede della comunità (via Città di Gap, 13) alle ore 9:30. Dopo il trasferimento in macchina, ci incontreremo con la fraternità CISV che ha sede in via Castello, 22 ad Albiano di Ivrea (tel. 0125 59481; email: cisvfraternita.albiano@gmail.com). Sarà l'occasione per rivedere Francesca, Marco e figli e parlare della loro esperienza di condivisione e accoglienza. Il pranzo sarà svolto presso la sede della fraternità: loro ci offriranno un primo e noi ci occuperemo del resto (ognuno/a porta qualcosa). A seguire momento di preghiera e passeggiata nello splendido territorio circostante, incorniciato dalla serra d'Ivrea. Per ulteriori informazioni si veda l'articolo riportato più avanti.

ALCUNI APPUNTAMENTI con Franco Barbero
     LUNEDI' 23 LUGLIO alle ore 21 – a Pinerolo - Incontro mensile del gruppo giovani uomini e donne, presso la sede di via Città di Gap, 13. L'incontro sarà preceduto da un momento di confronto che si terrà a Rivalta lunedì 16 luglio, per preparare proposte per il sinodo dei vescovi sui giovani e la fede. Per informazioni: Francesco, 333-2572941 e Giulia 320-4456089.

     MARTEDI' 24 LUGLIO alle ore 21 – a Pinerolo - Incontro del gruppo Primavera "senior" e "junior" di Rivalta, presso la sede di via Città di Gap, 13.



NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI

Gruppo pinerolese di amicizia islamo-cristiana

A fine giugno ci siamo incontrati per fare il punto sui corsi di arabo che stiamo programmando da tempo. Abbiamo deciso di proporre al consiglio d'istituto del "Buniva" di Pinerolo di ospitare presso la sua sede di via dei Rochis due corsi.

Il primo, se approvato, si terrà il giovedì pomeriggio dalle ore 16:30 alle ore 18, sarà rivolto ai bambini di origine araba che non conoscono in modo soddisfacente la loro lingua e sarà tenuto da insegnanti di madre lingua. Il secondo, sempre se approvato dal consiglio d'Istituto, si terrà il giovedì sera dalle ore 18:15 alle ore 19:45, sarà rivolto agli adulti, principalmente italiani, interessati ad una formazione di base sulla lingua e la cultura araba e sarà tenuto da un insegnante che conosce bene l'italiano, con la collaborazione di un lettore di madre lingua.

Sui prossimi numeri di questo notiziario vi informeremo sugli sviluppi di questa e altre iniziative che il nostro gruppo di amicizia islamo-cristiana ha in cantiere.
Gruppo "Primavera" di Rivalta
Il 22 giugno a Rivalta, presso Il Filo d'erba" (la cascina del Gruppo Abele, sempre accogliente e palpitante di vita), il Gruppo Primavera, ormai senior e junior, ha celebrato all'aperto la lode al Dio della vita.
Credo che non siamo lontani dai 20 anni di esperienza e di continua creatività.
Gli animatori e le animatrici hanno guidato ed accompagnato i bambini, i ragazzi/e e i giovani alla scoperta e alla pratica  dei mille volti e dei mille pregi del silenzio.
Nel silenzio percepisco chi sono io, chi è l'altro-a. Nel silenzio sento le voci della natura, il profumo delle creature e la loro tenerezza e vicinanza. Nel silenzio si scopre la presenza di un Dio vicino che raggiunge i nostri cuori.
Che bello respirare la gioia di vivere e la gioia di credere... E poi… tanta e tanta voglia di continuare a creare cammino.

Probabile data del prossimo incontro martedì 24 luglio ore 21 nella sede della comunità di base di via città di Gap, 13 a Pinerolo.

Franco Barbero
Comunità cristiane di base: X convegno europeo a Rimini (21-23 settembre)
L'incontro si terrà a Rimini dal 21 al 23 settembre, presso il Savoia Hotel, Lungomare Murri, 13.

Come sempre il tema generale "Cristiane e cristiani per un mondo più giusto e per una Chiesa povera", sarà articolato in una serie di relazioni e laboratori.

Per informazioni e prenotazioni (entro il 15 luglio) fare riferimento al sito nazionale delle comunità di base: http://www.cdbitalia.it/incontro2018/
Noi Siamo Chiesa: report della XX assemblea nazionale
Si è tenuta domenica 17 giugno alla cascina Contina (Rosate, Milano) la ventesima assemblea annuale di Noi Siamo Chiesa. Quest'anno l'incontro era stato pensato per discutere in particolare delle iniziative prossime e dell'organizzazione del movimento.

Uscirà a giorni, per le edizioni della Meridiana di Molfetta,  un volumetto che raccoglie le riflessioni che auspicano il superamento della separazione tra cristiani di diversa confessione nella celebrazione dell'Eucaristia. Poi la presentazione della psicologia della Liberazione di Martìn-Barò , uno dei gesuiti assassinati nel novembre del 1989 alla UCA in Salvador. Tra i tanti testi e interventi fatti nell'ultimo anno il più importante riguarda il punto di vista di NSC sui cinque anni di papa Francesco.

L'incontro ha iniziato a discutere del futuro  parlando di una proposta illustrata da Giuseppe Deiana sul superamento del sistema concordatario nell'insegnamento della religione nelle nostre scuole. La riflessione ha preso atto della nuova situazione interreligiosa presente nel nostro paese, della secolarizzazione e della postsecolarizzazione, della lontananza dei giovani da categorie culturali e religiose  delle generazioni precedenti, della quasi completa assenza  nelle strutture pubbliche, a partire dalle università,  nello  studio e nell'insegnamento delle discipline relative alla religione. Nella discussione  si è ipotizzato un insegnamento curriculare della storia delle religioni , si è ipotizzato anche un intervento per l'insegnamento dell'etica. E' stata sottolineata la specificità di un approccio "laico" alle religioni che non può essere soddisfatto nell'ambito di altri insegnamenti (filosofia, storia…).

Di seguito Raffaella Zanacchi di Cremona ha esposto l'Appello "Donne per la Chiesa" con il quale una trentina di donne di tutta Italia hanno esposto la loro analisi sulla condizione della donna nella Chiesa, che è determinante  per il funzionamento delle parrocchie e di ogni struttura ecclesiale ma che è  poi subordinata   a un potere autoritario conseguenza della struttura gerarchica e maschilista del sistema ecclesiastico. L'intervento di Raffaella è stato accolto con generali sentimenti di condivisione ed è stato prezioso come testimonianza di una volontà di autorganizzarsi dal basso, raccogliendo esperienze (info@donneper lachiesa.it) e facilitando i contatti e i piccoli gruppi.

Terzo intervento, quello di Gianfranco Monaca che ha presentato il numero monografico  di Tempi di Fraternità di giugno su Erasmo Da Rotterdam. Esso contiene un Appello, promosso dalla rivista e da Noi Siamo Chiesa che auspica una forte ripresa dell'attenzione sul grande umanista e credente di cui tutti si sono dimenticati  durante l'anno luterano. Questa iniziativa, che segue quella per la riabilitazione di Ernesto Buonaiuti, tende ad andare controcorrente rispetto a una storia ecclesiastica a senso unico. Il consenso a questa proposta porterà  a un incontro in autunno con i massimi esperti di Erasmo teso a a una riflessione complessiva sul quel passaggio cruciale della storia ecclesiale e civile.

Dopo la celebrazione eucaristica e il pranzo comunitario, due momenti  di fraterna condivisione e amicizia, l'assemblea ha discusso dell'organizzazione di Noi Siamo Chiesa, a partire dalla situazione attuale che vede una stasi nelle adesioni, una discreta circolazione online (sito, face book, mailing list), un buon consenso nei confronti delle iniziative fatte e dei documenti diffusi.  E' stata proposta la soppressione della differenza tra aderenti a pieno titolo e simpatizzanti, la necessità di una ulteriore sforzo nei circuiti online, l'incentivazione delle adesioni di gruppo, sono state sottolineate le difficoltà nel fare "rete" ed è stata ricordata la proposta di un "Sinodo dei discepoli" che, allo stato attuale, non risulta realizzabile. Infine sono state sottolineate le caratteristiche permanenti di Noi Siamo Chiesa, piccolo movimento ma con capacità di collaborare con efficacia ed autorità al circuito internazionale "We Are Church" e di ottenere ascolto al di là del suo circuito "conciliare". E' necessario uno sforzo maggiore nell'organizzazione, nella raccolta delle adesioni  e nell'autofinanziamento (che è ora è insufficiente). Questa è la condizione per essere attivo nell'allargare i suoi rapporti e nelle iniziative a rete che sono necessarie nella situazione attuale di frammentazione dei gruppi e dei movimenti che appoggiano il nuovo corso di papa Francesco mantenendo però indipendenza di giudizio e capacità di antagonismo nei confronti  dei vasti settori della Chiesa che difendono l'immobilismo.

L'assemblea ha confermato il Coordinamento nazionale uscente che sarà integrato da chi sarà attivo nelle iniziative programmate o nell'avviare gruppi locali.

Vittorio Bellavite (portavoce nazionale di NSC)
RECENSIONI
Brunetto Salvarani, Teologia per tempi incerti
Viviamo in un tempo di crisi, "liquido", e per molti aspetti – "cupo e depresso", "incline a populismi più o meno manierati, e sottoposto a un inedito disordine mondiale continuamente da decifrare". Sono queste le premesse che hanno spinto Brunetto Salvarani a pubblicare questa sua Teologia per tempi incerti (Laterza, 2018, p. 199, 17€): una sorta di "guida alla speranza" interamente incentrata sulla riscoperta dell'umanità biblica. Quello di Salvarani è un nome noto ai lettori di Adista, che ascoltano le sue trasmissioni radiofoniche e conoscono i suoi studi di teologia e di analisi ecclesiale.
La convinzione che sta alla base di questo suo ultimo contributo editoriale è che nello scenario sopra descritto "non è affatto strano, anzi è del tutto naturale che persino le narrazioni delle fedi, le loro consolidate grammatiche e i loro racconti su Dio carichi di gloria e di secoli (ma anche di polvere e di acciacchi) si siano fatti opachi, afoni, inservibili". In realtà, è l'intero orizzonte convenzionale del religioso, ci spiega l'autore, "a essersi attorcigliato su se stesso, e il cristianesimo tutto a essere andato in frantumi, rendendosi incomprensibile ai più, e per molti versi innaturale". Anche per questo motivo, servono nuovi strumenti di comprensione, particolarmente necessari per capire "il ritorno sul palcoscenico sociale e politico di questa o quella divinità e dei suoi autonominati funzionari, troppo spesso con il volto bifronte dei fondamentalisti più violenti e antiumani o degli spiritualisti più lievi e accomodanti".
Per Salvarani, è ormai chiaro a tutti che al tempo della globalizzazione Dio non è scomparso, mentre è invece il religioso a essersi scomposto e frammentato. Se il "regime della cristianità" si è ormai dissolto, è vero anche però che da tale trasformazione è sorto il problema della trasmissione del cristianesimo alle nuove generazioni, sempre  più distanti delle istituzioni tradizionali. "La tesi dunque che mi muove qui, in prima battuta - scrive Salvarani - è che l'ignoranza della Bibbia - assai più di quanto non appaia a una lettura superficiale - sta alla base della nostra attuale incapacità di capire a fondo chi siamo, dove stiamo andando e cosa stiamo a fare al mondo. Per questo, uno degli obiettivi di queste pagine è di stimolare la curiosità soprattutto di quanti non l'hanno mai, o quasi mai, presa in considerazione".
Il libro si struttura in sette capitoli con un'appendice composta da una "piccola cassetta degli attrezzi per principianti innamorabili della Bibbia". Il testo è fluido e piacevole alla lettura. I personaggi della Bibbia si susseguono nei lori affanni, amori e lotte. Sono personaggi umani, appunto, che mentono e tradiscono, uccidono e vengono uccisi, desiderano e sognano, mangiano e si emozionano: "sono, dunque, come gli uomini e le donne di ogni tempo e di ogni luogo, di ieri e di oggi, chiamati a fare i conti con la fragilità dell'essere umani". Si va dalla paradossale riluttanza del profeta Giona, alle fatiche di Noè, dall'ansia febbrile del patriarca Giacobbe alla solitudine ferita di Giobbe, dallo sguardo perso nel vuoto di Qohelet / Salomone alle delusioni a ripetizione di Gesù e i tormenti dei primi cristiani. Sia chiaro, per Salvarani "la rilevanza della Bibbia non riguarda soltanto aspetti legati alla fede"; dall'altra parte, "bisogna fare attenzione a un equivoco, certo possibile, che rischia di nascere da un simile richiamo alla Bibbia, qualora - malauguratamente - lo si leggesse come un invito a un serrare le file dell'Occidente nel momento in cui si è aperto un delicato e complicato confronto con il mondo islamico". La Sacra Scrittura viene quindi presentata dall'autore come "un lungo, lento e faticoso esercizio a riconciliare l'umanità con la propria debolezza, la propria finitezza, le proprie cicatrici. Senza scansarle. Senza trovare rifugio in universi consolatori, in comodi ma improbabili Dio-tappabuchi, cercando di accettare i nostri limiti".

(recensione a cura di Alessandro Santagata)

In libreria per Laterza, 2018, pp. 199, € 17.
Bart D. Ehrman, E Gesù diventò Dio
Chi è attento alla ricerca cristologica, a livello biblico, negli ultimi 50 anni, difficilmente troverà delle novità e delle sorprese in queste pagine. Anzi, sul piano esegetico, alcune interpretazioni dei testi di Paolo e del Vangelo di Giovanni, a me risultano un po' semplicistiche.
Ma in ogni caso le domande e le questioni riguardanti la coscienza e l'identità di Gesù di Nazareth sono poste in modo coinvolgente. La scrittura è limpida e fluente tanto che leggere diventa quasi più un divertimento che una fatica. La lettura riserva sempre un'attenzione ai particolari che spesso anche la ricerca storica non illumina. Ed è questo, a mio avviso, il pregio di questo libro in cui lo storico tenta con rigore di mettere in luce e documentare l'evoluzione del Gesù profeta di Nazareth fino alla "costruzione a tappe" della dogmatica cristologica, trinitaria, mariana.
Sono affascinanti l'intreccio e l'intrico di "correnti", di sinodo, di autori in cui vengono alla luce battaglie, interessi, esclusioni e la costruzione dei paradigmi della ortodossia e dell'eresia.
La parte più interessante, a mio avviso, è questo gusto del rigore storico che delinea per chi legge un territorio in continua ebollizione. Anche Nicea non riuscirà a chiudere la partita.
L'arianesimo, che non accetta la svolta che fa di Gesù un Dio non sarà mai accantonate e spento. Il nostro Autore stranamente dimentica gli autori unitariani e antitrinitari del sedicesimo secolo e il loro ancoraggio ad una interpretazione lontana da Nicea.
Anche i documenti citati, spesso difficilmente rintracciabili, vengono scelti con una accurata documentazione delle fonti.
Oggi, mentre si cerca invano di oscurare la ricerca cristologica transdogmatica, questa "corsa" nei secoli è ossigenante e fa gioire nel ritrovare antiche parentele con le cristologie condannate a Nicea, Costantinopoli e Calcedonia. Si tratta di un filo rosso "mai spento" per cui non risulta del tutto veritiero scrivere che "ancora oggi Gesù rimane il Dio che i cristiani onorano e pregano in tutto il mondo" (pag. 326). Oggi esiste una ricerca estremamente seria e documentata che ci mette in contatto con il Gesù storico, anche se "toccare e negare" la sua divinità ontologica fa scattare le sanzioni ecclesiastiche.
Caro lettore e cara lettrice non perdetevi questa occasione di una lettura estremamente coinvolgente e preziosa per un cammino di credenti adulti.

(recensione a cura di Franco Barbero)

In libreria per Nessun dogma edizioni, Roma 2017, pp. 358, € 20.
Elisabetta Grande, Guai ai poveri
Leggo nel bel libro di Elisabetta Grande, "Guai ai poveri" (edito dal Gruppo Abele, 2017, euro 14) che nel 1948, 53 stati avevano sottoscritto la Carta dell'Avana, denominata ITO (International Trade Organisation) con lo scopo di abbattere le barriere doganali tra gli Stati, in un'ottica di liberalizzazione, ma tenendo conto anche dei diritti dei lavoratori, imponendo l'obbligo del rispetto di uno standard minimo previsto dall'Organizzazione mondiale del lavoro, nonché dell'obiettivo della piena occupazione, cosicché le barriere non sarebbero cadute tutte le volte che la liberalizzazione avrebbe determinato disoccupazione interna.
Nel 1950 però gli Stati Uniti decisero di non ratificare la Carta che così venne abbandonata anche dagli altri stati e sostituita da un altro accordo, il GATT, trasformatosi poi nel 1992 nel WTO attuale in cui gli obiettivi della piena occupazione e della tutela della sicurezza dei luoghi di lavoro non vennero più considerati, anzi, si sanzionò lo stato che si rifiuti di importare merci prodotte in condizioni di sfruttamento della mano d'opera e di insicurezza dei luoghi di lavoro. In questa direzione vanno tutti i trattati bilaterali o multilaterali di libero scambio stipulati successivamente ed oggi vigenti.
È evidente quindi che la globalizzazione ha prodotto gli effetti che vediamo non per una necessità imposta dallo sviluppo economico, ma per precise scelte politiche volute da precisi interessi economici, in primo luogo quelli delle grandi corporations multinazionali. La globalizzazione avrebbe potuto essere gestita diversamente evitando le conseguenze di una liberalizzazione selvaggia che ha favorito solo le grosse imprese e una sempre più ristretta élite a danno della gran parte dei popoli.
Il libro che ho citato, scritto da una docente di Sistemi giuridici comparati all'Università del Piemonte orientale, è di agevole ed interessante lettura ed illustra come la povertà negli Stati Uniti sia notevolmente aumentata negli ultimi anni come conseguenza di una precisa politica di penalizzazione delle classi meno abbienti, sullo sfondo di una visione neoliberista della economia e della convinzione che la povertà sia una colpa di chi non si adegua ad una società che pone come valore supremo l'iniziativa personale ed il successo.

(recensione a cura di Guido Allice).

In libreria per Gruppo Abele edizioni, 2017, € 14.

SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE
Caro papa
    Caro papa, ti racconto come ha vissuto le tue parole la mamma di un ragazzo gay Caro papa Francesco, ti scrivo dopo aver ascoltato le tue parole al Forum italiano delle associazioni familiari, il 16 giugno: la famiglia, immagine di Dio, è una sola, quella che unisce un uomo ed una donna.

    Sono mamma di un ragazzo gay. Io e mio marito ci siamo sposati 39 anni fa e abbiamo vissuto insieme con i nostri due figli, Marco ed Emanuele, quella bella avventura, come la chiami tu, che è la famiglia. Un'avventura dove si cresce insieme anche attraverso le difficoltà. Due anni fa il coming out, inaspettato, di Emanuele.

    Potevamo seguitare a vivere tranquillamente la nostra vita sentendoci "a posto", con i nostri molteplici impegni: in realtà di base, nel volontariato con i migranti, nello studio della Bibbia … e invece no. Il coming out di un figlio ti rimette in gioco, cambia tutto, ed è contagioso: anche noi genitori abbiamo fatto il nostro coming out, rompendo quella sfera di ipocrisia che vorrebbe che di quella parte di tuo figlio non si parlasse.  Era il 7 maggio del 2016, quel giorno Emanuele l'ho partorito una seconda volta. Ti invio, di seguito a questa lettera aperta, la mia testimonianza, che racconta quell'esperienza.

    Sono qui a scriverti perché le parole che hai pronunciato hanno aperto in me una ferita. E al dolore bisogna dare parola perché non diventi rabbia e rancore.

    Se l'amore tra me e mio marito è immagine di Dio, come pensi che possiamo rassegnarci al pensiero che l'amore di Emanuele per un ragazzo nulla possa esprimere di quell'immagine di Dio? No, il nostro amore non potrà mai esprimere l'immagine di un Dio, che sia estraneo e distante dall'amore tra Emanuele ed un suo compagno. Se il loro amore non è immagine di Dio, neanche il nostro lo sarà. Perché noi quel Dio non lo conosciamo.

    Ne conosciamo un altro, quello di cui parlava Gesù. Un Dio di parte, che sceglie di condividere il cammino di un popolo di schiavi, che si fa complice dei piccoli, che si schiera con coloro che sono emarginati dai poteri politici e religiosi di tutti i tempi, un Dio che irradia amore, contro ogni ragionevole economia, capace di spogliarsi della sua onnipotenza per tornare dalle sue creature come un mendicante di amore, a chiedere una libera risposta di amore.

    Semmai ci sarà dato di riuscire ad esprimere un pezzetto di quell'immagine del Dio di Gesù nelle nostre vite di singoli e di coppie, attraverso i nostri amori, tutti imperfetti, "a norma" o "fuori norma" che siano, dovremo farlo in punta di piedi, senza rumore, senza sbandierarla quell'immagine, perché l'immagine di Dio non appartiene a noi né a nessun altro. Non si lascia intrappolare, sfugge ai tentativi degli uomini di possederla e usarla, piegandola ai propri scopi. Scappa dai palazzi dei potenti per farsi trovare dall'ultimo tra gli esseri umani, il più indegno, il più dimenticato, il più emarginato e solo, perché in quell'immagine possa riconoscersi e, riscoprendo quel pizzico di divino che gli è stato soffiato dentro, possa osare esprimerla nella sua vita. Caro papa Francesco, viviamo in Italia una fase storica e politica molto difficile, che preoccupa i genitori di ragazzi e ragazze LGBT. In tante occasioni tu hai saputo dire parole di speranza. Non ci lasciare soli con le nostre paure.

Con affetto ti saluto e ti auguro buon lavoro.

Dea Santonico (20 giugno 2018)
Quando poesia e profezia si abbracciano
Riportiamo di seguito il testo che il gruppo "L'albero di Salvarano ha scritto per l'unione civile di Serena e Aleka.

Carissime Serena e Aleka, noi amiche del gruppo l'Albero di Salvarano vogliamo esservi vicine in questa tappa importante della vostra vita, che avete scelto di condividere e di non tenere solo per voi, perché è davvero una cosa bella da regalare al mondo, al piccolo mondo delle vostre relazioni ma anche a quello più ampio della nostra società. Grazie perché ci avete chiamato a fare festa con voi!

In questo momento, quando le parole sembrano non bastare per descrivere le emozioni, vi regaliamo soprattutto la nostra amicizia e il nostro sostegno. E affidiamo alla simbologia del nostro nome alcune piccole suggestioni, per rendere caldo questo rito civile.

Il nome del nostro gruppo è l'Albero di Salvarano…

E come un albero vi auguriamo di affondare le vostre radici nel terreno fertile ma a volte duro della storia. Lì troverete l'impegno di generazioni di donne e uomini che hanno smosso le coscienze con le loro scelte coraggiose, che hanno spezzato le dure zolle dei luoghi comuni, dei falsi perbenismi, del pensiero unico… Nei solchi della storia c'è anche la testimonianza, per noi molto viva, di quattro suore che hanno vissuto a Salvarano e hanno aperto la loro casa a tante persone messe ai margini, come i nostri gruppi di omosessuali credenti.
Nella storia, anche quella piccola e quotidiana, troverete sempre sorgenti nascoste a cui attingere con gratitudine, troverete semi che dormono ancora e che attendono di germogliare, troverete piccoli organismi viventi che nessuno vede ma che lavorano con voi e per voi, perché ogni crescita è impegno di molti e mai di una persona sola…

Come un albero vi auguriamo di fortificare il vostro tronco, di costruire giorno dopo giorno e con sapienza la vostra identità, di diventare pienamente umane e di avere la schiena dritta, per resistere ai venti che vorrebbero portarvi di qua e di là. Non spaventatevi dei nodi o delle crepe che la crescita può portare con sé: non toglieranno mai la vostra bellezza. Siate fiere di essere quello che siete e di alzarvi libere in mezzo a questo mondo, perché il Signore del giardino, qualunque sia il suo nome, vi guarda e vi sorride!

E come un albero apre i rami, così auguriamo a voi di aprire le braccia e il cuore e di cercare nuovi spazi da attraversare e abitare. Accogliete e date riparo, offrite una sosta a chi è stanco del volo, date ombra a chi cammina sotto il sole a piedi scalzi, regalate i vostri frutti (sì… perché farete molti frutti!) a chi ha fame di senso e di un pensiero lucido. E come un albero vi auguriamo soprattutto di guardare in alto, di levarvi verso il cielo che sta sopra tutti e tutte e sovrasta ogni confine. Puntate in alto, a quelle altezze che non sono i luoghi di potere o le carriere di successo, ma che sono le altezze dello spirito libero e della "sofia", che è la dimora del divino, qualunque nome abbia.

È quel divino dai molti nomi (perché nessun nome lo racchiude davvero) che ha scaldato il cuore di Mosè, di Gesù, di Maometto, di Siddharta, e di quattro suore che hanno reso l'eremo di Salvarano un luogo di pace, dove ciascuna di noi – e non solo noi – ha conosciuto l'accoglienza e il sostegno che fanno esistere, il riconoscimento che rende libere, la benedizione di Dio, qualunque sia il suo nome, indipendentemente da chi scegliamo di amare. Anche queste quattro donne sono qui oggi con noi e fanno festa per la famiglia che voi, carissime Aleka e Serena, volete costruire nel rispetto e nell'amore.

Vi vogliamo bene!

Il gruppo "L'albero di Salvarano"
In permanente conversione
"Essere uomo non significa mai essere così e non diversamente, essere uomo significa comunque poter diventare sempre diverso. E' questa capacità di plasmare se stessi, anzi, i riplasmare se stessi, questa capacità di crescere oltre i propri limiti non può essere disconosciuta a nessuno, altrimenti essa si atrofizza" (Victor E.Frankl, In principio era il senso, ed. Queriniana, p. 93).
Non è la negazione del limite che l'Autore afferma. Con essi occorre fare pace, ma restando in stato di permanente conversione.

Gesù di Nazareth

 "Fragile, come quello di ogni uomo. Un corpo che soffre la stanchezza (…). Ed è fragile, umanamente fragile, quest'uomo che cammina lungo le polverose strade della Giudea e della Galilea, nel complesso territorio dei sentimenti che tutti, prima o poi, proviamo (…). Egli attraversa paesaggi diversi, ma soprattutto l'intero registro dell'umano, un'estesa gamma di emozioni e passioni, ben prima di quei drammatici ultimi giorni a Gerusalemme.  Ciò che fa, che pensa, che organizza è mosso sempre dalla com-passione per l'altro (…)".

Brunetto Salvarani (da "Teologia per tempi incerti", ed. Laterza, p.135)
Mio beneamato
    Tu, Beneamato dei cuori

sei il mio Beneamato;

in ogni momento

sei l'oggetto dei miei desideri

e della mia felicità…

    Tu sei la mia sola compagnia

e ogni mia aspirazione.

Il mio cuore si rifiuta di amare

altri che Te.

    Mio Beneamato,

Tu che io chiamo

con ardenti suppliche;

Tu, mio appassionato desiderio,

sorto da una così lunga attesa,

quando giungerà l'ora

del mio incontro con Te?

    La mia supplica di mendicante

non nasce dalla mia follia;

no, non è cresciuta

in questa mia pazzia,

ma accetto di buon grado la pazzia

pur di non perdere la speranza

di contemplarti.
"Rihana al Maynuna" – Salmo Sufi
Richiesta di immediato ripristino delle operazioni di soccorso in mare nei riguardi delle navi ong
Apprendiamo che la Guardia Costiera italiana ha, nella giornata di venerdì 22 giugno, diffuso una nota, rivolta ai comandanti delle imbarcazioni che si trovano nella zona antistante la Libia, in cui si precisa di "rivolgersi al Centro di Tripoli ed alla Guardia costiera libica per richiedere soccorso". La Guardia Costiera italiana ha sempre svolto in questi anni importanti operazioni di soccorso in mare portando in salvo migliaia di persone, operando anche al limite delle acque libiche. Ci chiediamo perché oggi delegando alla Libia, Paese con Governo instabile, non in grado di garantire i diritti fondamentali dell'uomo e ancora priva di una Centrale operativa nazionale di coordinamento degli interventi di soccorso in mare, il vostro Corpo, pur eseguendo un comando, intenda vanificare l'importante operato fin qui svolto e contravvenire alla Convenzione Sar siglata ad Amburgo nel 1979 ed alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos) del 1982. Tutto ciò dinanzi, peraltro, ad una Guardia Costiera Libica su cui pesano pesanti accuse di "condotte violente durante le intercettazioni in mare e collusione con i trafficanti", come evidenziato da un recente Rapporto di Amnesty International. Su questa stessa Guardia costiera sono in corso indagini da parte del Tribunale penale internazionale Inoltre, il Tribunale di Ragusa nel caso Open Arms, ha precisato che le responsabilità di ricerca e soccorso non possono essere delegate a Paesi che non sono in grado di offrire porti sicuri, come appunto la Libia. Le operazioni di soccorso si devono concludere in un porto sicuro nel più breve tempo possibile, sempre in rispetto della Convenzione SAR. Ricordiamo, infine, che in base ai dati forniti dall'UNHCR sono già più di mille i migranti morti nel mediterraneo, di cui ben 220 persone tra il 19 ed il 20 giugno. Morti che continueranno purtroppo ad aumentare se la nostra Guardia Costiera porrà fine alle sue missioni, contravvenendo non solo alla Convenzione Sar ma anche al senso più alto del proprio mandato: salvare vite umane. Facciamo appello al rispetto delle Convenzioni di diritto del mare, ma anche al profondo senso di umanità che ha sempre contraddistinto la Guardia Costiera Italiana: non si esima ora dalla salvaguardia delle persone, nel rispetto delle Convenzioni internazionali di diritto del mare e a garanzia dei diritti fondamentali dell'uomo.

(testo della mail da inviare, con l'oggetto indicato nel titolo, al Comando Generale delle Capitanerie di Porto ed alla loro coscienza, guardiacostiera@mit.gov.it)
A che cosa servono certe canonizzazioni?
In genere il ricupero dei cristiani profetici ed emarginati, oggi tanto di moda, serve a mettere il cuore in pace. La gerarchia fa bella figura e dà il "patentino" e l'aureola alla persona prima emarginata e così ha regolato i conti e salvata la faccia.
Sono contenti anche gli amici e i sostenitori della "canonizzazione" della persona che finalmente viene riconosciuta come "credente" di alta qualità, come se il "riconoscimento" ufficiale cambiasse la realtà.
Tutti contenti… Intanto, in modi nuovi, coloro che non si allineano al nuovo corso e vanno a toccare le reliquie dogmatiche e i punti nevralgici del "sistema ecclesiastico" vengono puntualmente oscurati, almeno fino al giorno della loro morte.
E intanto attorno ad ogni santo si apre sempre un "mercatino".
Queste solenni celebrazioni servono a distrarre dai veri problemi che un autentico rinnovamento mette sul tappeto.
Si tratta di "intrattenimenti" religiosi che creano interesse intorno all'istituzione ecclesiastica.

Franco Barbero
Dio della gioia donaci il giusto riposo
Padre, dopo questo anno di lavoro, vogliamo pregarti per tutti noi. Qualche volta ci sentiamo stanchi, preoccupati e sfiduciati, e sembriamo dire come Pietro: «Abbiamo faticato tutta la notte, ma non abbiamo preso nulla». Ebbene, richiamaci al dovere del riposo. Allontanaci dalla frenesia dell'azione. Aiutaci a dormire tranquilli. Non indurci nella tentazione di ridurre le quote minime di sonno, neppure per la causa del Regno. Perché lo stress non è un incenso gradito al cospetto di Dio.

Pertanto, quando recitiamo i versetti del Salmo 126, in cui si dice che è inutile alzarsi di buon mattino o andare tardi a riposare la sera, perché «ai suoi amici il Signore dà il pane nel sonno» capiremo bene che tu non ci esorti al disimpegno, ma a rimettere tutto nelle mani di Colui che dà fecondità al lavoro degli uomini.

Dio della gioia, donaci il gusto del riposo. Facci riscoprire la gioia antica di fermarci e conversare con gli amici senza guardare l'orologio. Frena le nostre sfibranti tabelle di marcia. Tienici lontani dall'agitazione di chi è in lotta perenne col tempo. Liberaci dall'affanno delle cose. Persuadici che fermarsi sotto la tenda, per ripensare la rotta, vale molto di più che coprire logoranti percorsi senza traguardo. Ma, soprattutto, facci capire che se il segreto del riposo fisico sta nelle pause settimanali o nelle ferie annuali che ci concediamo, il segreto della pace interiore sta nel saper "perdere tempo" con Te. Tu ne perdi tanto con noi. Amen.

Don Tonino Bello (adattata)
Gesù ebreo
 "Gesù è ebreo, allora. Fino in fondo. Un ebreo marginale, un galileo... il cui ebraismo non traspare solo da qualche particolarità dei suoi atteggiamenti, ma costituisce la modalità di fondo dell'intera sua esistenza; è il suo modo di vivere, di pensare e, ovviamente, di credere in Dio".

Brunetto Salvarani (da "Teologia per tempi incerti", ed. Laterza, p.133)
Leggere: che meraviglia

Ho la percezione che la lettura attraversi una stagione difficile. Il trionfo del video ci sta allontanando dalla pratica della lettura? Forse io sono troppo legato al "cartaceo" perché mi piace giocare, sottolineare, prendere e riprendere in mano.
La mia disaffezione al "mondo del video" probabilmente fa parte della mia ignoranza delle tecnologie. Ma continuo a credere che il "mondo dei libri" apra uno sguardo particolare su noi stessi e sulla realtà che ci attornia.

Franco Barbero



DALLA NOSTRA COMUNITA'

Questa comunità
  • Arriviamo a luglio dopo mesi di intensa attività. Speriamo di vivere un'estate con il regalo di qualche giorno di riposo.
  • Sarà importante anche in questo periodo trovare un po' di tempo per le persone per le quali l'età segna la presenza e la compagnia degli acciacchi. Le persone sole e malate aspettano un po' di vicinanza.
  • Luglio e agosto sono mesi in cui la sede della comunità registrerà il passaggio di alcuni gruppi e di numerose persone singole. Nello stesso tempo ci saranno parecchi momenti di studio, di silenzio, di preghiera.
  • Qualcuno arriverà dalla Francia e altri dal Giappone, ma sarà soprattutto la presenza e la compagnia delle persone del nostro territorio a donarci possibilità di ascolto e di amicizia, di dialogo e di confronto. L'importante è la nostra disponibilità a vedere e fare.
  • Un affettuoso saluto a tutti e tutte: riposo, pace, riflessione, preghiera... e anche un po' di spensieratezza.
  • L'estate, come abbiamo visto nell'assemblea del pomeriggio di sabato 30 giugno,  giunge a puntino per offrirci la possibilità di ripensare e rigenerare i nostri rapporti comunitari e per mettere in atto nuove relazioni.
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In attesa del sito della comunità, in fase di preparazione, le notizie riguardanti la comunità possono essere trovate nel blog http://donfrancobarbero.blogspot.it/