martedì 17 luglio 2018

Nicea: che guaio


" Come possiamo immaginare la psiche di un uomo la cui coscienza, il cui modo di pensare, le cui capacità e idee sono fondamentalmente limitati, ma che,  essendo Dio, dovrebbe sapere tutto, dominare tutto, essere capace di tutto, illimitato da ogni punto di vista? Inoltre, il credo niceno secondo cui Gesù é Dio entra in conflitto con quello della Chiesa primitiva, per la quale era impossibile venerare Gesù come (un) Dio. Tutti coloro che lo avevano conosciuto,  e anche quelli che avevano ascoltato la sua predicazione, erano ebrei credenti, e dunque inesorabilmente monoteisti. Era impensabile, per loro, un Dio accanto a un altro, o un Dio-da-Dio. Da questo punto di vista, il Concilio di Nicea, pur con le migliori intenzioni, si é distaccato dalla fede della chiesa primitiva.
Ci sono due cose, qui, da non trascurare. Innanzitutto che il termine Greco usato per "dogma" non significa altro che "opinione" o "impressione"; concretamente, l'opinione di un'autorità o istituzione che può obbligare i sottoposti a credervi. Non è nel modo più assoluto una conoscenza attendibile o una verità infallibile. In secondo luogo, che il dogma niceno non riusci' a convincere l'intera comunità della Chiesa, ma solo la maggioranza di chi era a Nicea. La minoranza, che segui il presbitero alessandrino Ario, la vedeva diversamente, ma fu messa a tacere e infine condannata".

Roger lenaers,  Gesù di Nazareth,  Gabrielli editore, pag 56