La forza che sospinge il pensiero della fede
Se davvero la speranza sostenta, sostiene e fa avanzare la fede, se trascina il credente nella vita di amore, la speranza è anche la forza che mette in azione e sospinge il pensiero della fede, la sua conoscenza e la sua riflessione sulla natura umana, sulla storia e sulla società. La fede spera per conoscere ciò che crede. Perciò tutta la sua conoscenza, in quanto anticipatoria, frammentaria e preludente al futuro che è stato promesso, è affidata alla speranza. E viceversa, per lo stesso motivo, la speranza che nasce dalla fede nella promessa di Dio, diventa lo stimolo del pensiero, la sua molla, il suo tormento, la fonte della sua inquietudine.(…) La speranza cristiana è diretta verso un novum ultimum, verso la nuova creazione di tutte le cose ad opera del Dio della risurrezione di Cristo. Essa apre così una prospettiva di futuro che ricomprende ogni cosa, anche la morte; essa può e deve ricondurre in quella prospettiva anche le limitate speranze di rinnovamento della vita, suscitandole, relativizzandole e orientandole (…). La speranza cristiana non può attenersi testardamente al passato e alla realtà data alleandosi con l'utopia dello statu quo. Ma è invece chiamata e autorizzata a operare una trasformazione creativa della realtà, perché essa ha speranza per l'intera realtà. Infine la speranza della fede diventa essa stessa una fonte inesauribile cui attinge la immaginazione creativa e inventiva dell'amore. Essa provoca e produce costantemente un pensiero anticipatore che è. pensiero d'amore per l'uomo e per il mondo, affinché le nuove possibilità che emergono assumano una forma consona alle cose future promesse, affinché per quanto possibile si creino qui le cose migliori possibili, poiché le cose promesse sono nell'ambito del possibile. Essa susciterà quindi costantemente la "passione per ciò che è possibile", l'inventiva e l'elasticità per autotrasformarsi, per uscire dal vecchio e adattarsi al nuovo.
Jurgen Moltmann, 1970
Se davvero la speranza sostenta, sostiene e fa avanzare la fede, se trascina il credente nella vita di amore, la speranza è anche la forza che mette in azione e sospinge il pensiero della fede, la sua conoscenza e la sua riflessione sulla natura umana, sulla storia e sulla società. La fede spera per conoscere ciò che crede. Perciò tutta la sua conoscenza, in quanto anticipatoria, frammentaria e preludente al futuro che è stato promesso, è affidata alla speranza. E viceversa, per lo stesso motivo, la speranza che nasce dalla fede nella promessa di Dio, diventa lo stimolo del pensiero, la sua molla, il suo tormento, la fonte della sua inquietudine.(…) La speranza cristiana è diretta verso un novum ultimum, verso la nuova creazione di tutte le cose ad opera del Dio della risurrezione di Cristo. Essa apre così una prospettiva di futuro che ricomprende ogni cosa, anche la morte; essa può e deve ricondurre in quella prospettiva anche le limitate speranze di rinnovamento della vita, suscitandole, relativizzandole e orientandole (…). La speranza cristiana non può attenersi testardamente al passato e alla realtà data alleandosi con l'utopia dello statu quo. Ma è invece chiamata e autorizzata a operare una trasformazione creativa della realtà, perché essa ha speranza per l'intera realtà. Infine la speranza della fede diventa essa stessa una fonte inesauribile cui attinge la immaginazione creativa e inventiva dell'amore. Essa provoca e produce costantemente un pensiero anticipatore che è. pensiero d'amore per l'uomo e per il mondo, affinché le nuove possibilità che emergono assumano una forma consona alle cose future promesse, affinché per quanto possibile si creino qui le cose migliori possibili, poiché le cose promesse sono nell'ambito del possibile. Essa susciterà quindi costantemente la "passione per ciò che è possibile", l'inventiva e l'elasticità per autotrasformarsi, per uscire dal vecchio e adattarsi al nuovo.
Jurgen Moltmann, 1970