giovedì 16 agosto 2018

La rivolta delle femministe in Marocco contro la campagna "copri tua moglie"

Il 9 luglio qualcuno in Marocco ha diffuso un hashtag su Twitter che recita così: "Sii un uomo e copri le tue donne".
Avrebbe potuto essere il caso isolato di qualche imbecille.
Purtroppo no. Il 'suggerimento' social, neanche tanto originale visto che era già stato usato in Algeria tre anni fa, è stato ritwittato e condiviso migliaia di volte, accompagnato da video-monologhi esplicativi e passi del Corano a sostegno. Le donne, spiegano questi maschi, si devono vestire dignitosamente sia in strada sia in spiaggia. No al bikini, sì al burqa o al burkini. I dettami dello stile femminile devono quindi essere una prerogativa maschile. In caso contrario non sei un vero uomo. La vera notizia in questa triste crociata social, è stata la massiccia e indignata reazione di tante donne marocchine che al hashtag "sii uomo", hanno risposto con "sii una donna libera". La risposta femminile è partita dal M.A.L.I., Movimento alternativo per la libertà individuale. Betty Lachgar, attivista marocchina e portavoce del collettivo, ha pubblicato su Twitter la sua contro-campagna postando una sua foto in spiaggia, in bikini, sorridente, vicino a una donna ricoperta dal burqa.
«Questa crociata maschilista e retrograda rischia di portare indietro il nostro Paese di decenni – spiega Lachgar - Dobbiamo insistere sul diritto delle donne a disporre del proprio corpo. Vogliamo essere libere di vestirci come meglio crediamo. Un uomo può andare a torso nudo, anche in luoghi dove non ne avrebbe il diritto, e nessuno lo disturba. I nostri corpi invece sono oggetto sessuale. Gli uomini la devono smettere di controllare i nostri corpi». Il bello della Rete. Possono parlare gli imbecilli ed essere plauditi ma si può anche rispondere loro e ricevere sostegno da tutto il mondo. Alle marocchine la grinta certo non manca. È di dieci giorni fa la notizia che per la prima volta nel Paese 299 donne hanno vinto il primo concorso pubblico misto per esercitare il ruolo di notaio islamico, fino ad ora appannaggio esclusivo degli uomini. La possibilità delle donne di partecipare al concorso è stata annunciata a gennaio con un editto reale.
«Un evento storico - spiegò il ministro della Giustizia - nel segno della scelta democratica e modernizzatrice del regno e soprattutto contro ogni forma di discriminazione di genere».
Raffaella Scuderi

(la Repubblica 1 agosto)