Per
leggere le parabole
La
nostra ricerca riguarda ciò che il Gesù storico voleva dire quando
decideva di usare le parabole in generale e di narrare questa o
quella parabola in particolare. Questo obiettivo storico è uno dei
motivi per cui ho conservato la riflessione sulle parabole fino a
questo punto del progetto generale. Senza il contesto storico sicuro
che emerge dalla missione di un singolare profeta ebreo del I secolo,
le interpretazioni diverse su cui si prestano queste parabole sono
tante quanti sono i critici dotati di fantasia. Al contrario, una
volta che si collochino e si ancorino le parabole all’interno del
ritratto del Gesù storico che è emerso lentamente attraverso i
primi quattro volumi, la possibile estensione del significato di una
data parabola si riduce considerevolmente, pur mantenendo ancora una
certa portata.
Quindi,
ammessi i contorni del Gesù storico che hanno gradualmente preso
forma nella nostra ricerca, le sue parabole non funzionano ovviamente
come racconti zen o come giochi di parole continuamente mutevoli con
cui i professori confondono e divertono i loro studenti altrimenti
annoiati. Qualunque cosa siano, le parabole del Gesù storico sono
brevi racconti comparativi, usati da questo profeta escatologico
simile a Elia che cerca di riunire Israele disperso in preparazione
all’avvento del regno di Dio. Come i profeti dell’AT da Natanaele
a Ezechiele, Gesù usa storie memorabili per introdurre gli altri
israeliti nella sua visione del mondo, per educarli in fretta e
costringerli a riconsiderare la loro vita i loro valori davanti a un
momento di crisi. Per la loro natura sconcertante, le parabole di
Gesù gli sono quindi utili solo nella misura in cui comunicano in
modo unico e potente la sua proclamazione a Israele. Esse, quindi,
possiedono e comunicano contenuto e intenzionalità rivolte a un
popolo specifico in un momento cruciale della sua storia. Infatti, in
quanto “fatti linguistici” simbolici, le parabole sono coerenti
con le guarigioni e con gli esorcismi simbolici di Gesù, nonché con
il suo ‘teatro di strada’ simbolico, come il suo ‘ingresso
trionfale’ a Gerusalemme e la sua ‘purificazione’ del tempio.
Tutte queste parole e atti si fondono perché Israele affronti la
sfida definitiva di un ebreo che vede se stesso come il profeta
escatologico mandato al popolo eletto nell’ultima ora della sua
storia presente. Nonostante i loro elementi vivaci, le parabole di
Gesù non sono giochi futili, ma strumenti speciali per insegnare.
Nonostante le loro sfumature comiche o ironiche, sono terribilmente
serie nel loro intento.
In
sintesi, la missione e il messaggio complessivo di Gesù conferiscono
alle sue parabole il loro sistema di riferimento fondamentale.
Contenute e vincolate dal suo obiettivo escatologico centrale, le
parabole di Gesù sono uno degli strumenti con cui Gesù comunica in
modo attraente e imprime efficacemente il messaggio che proclama
anche con il discorso non parabolico. Questo non significa che le
parabole di Gesù siano semplicemente ornamenti retorici che decorano
un messaggio che potrebbe essere facilmente trasmesso anche senza di
esse.
Le parabole comunicano il messaggio di Gesù e stimolano
coinvolgendo il lettore in un modo e con un impatto tale da non avere
sostituti verbali efficaci. Una volta che le parabole sono staccate
dal contesto di un insolito ebreo del I secolo chiamato Gesù, esse
diventano capaci di sostenere quasi tutti i significati che un
ingegnoso interprete cerca di leggervi.
John P.Meier,Un Ebreo Marginale, Vol.V pgg41-42. Queriniana Ed.