venerdì 31 agosto 2018

PER LA RIFLESSIONE BIBLICA



Per leggere le parabole

La nostra ricerca riguarda ciò che il Gesù storico voleva dire quando decideva di usare le parabole in generale e di narrare questa o quella parabola in particolare. Questo obiettivo storico è uno dei motivi per cui ho conservato la riflessione sulle parabole fino a questo punto del progetto generale. Senza il contesto storico sicuro che emerge dalla missione di un singolare profeta ebreo del I secolo, le interpretazioni diverse su cui si prestano queste parabole sono tante quanti sono i critici dotati di fantasia. Al contrario, una volta che si collochino e si ancorino le parabole all’interno del ritratto del Gesù storico che è emerso lentamente attraverso i primi quattro volumi, la possibile estensione del significato di una data parabola si riduce considerevolmente, pur mantenendo ancora una certa portata.
Quindi, ammessi i contorni del Gesù storico che hanno gradualmente preso forma nella nostra ricerca, le sue parabole non funzionano ovviamente come racconti zen o come giochi di parole continuamente mutevoli con cui i professori confondono e divertono i loro studenti altrimenti annoiati. Qualunque cosa siano, le parabole del Gesù storico sono brevi racconti comparativi, usati da questo profeta escatologico simile a Elia che cerca di riunire Israele disperso in preparazione all’avvento del regno di Dio. Come i profeti dell’AT da Natanaele a Ezechiele, Gesù usa storie memorabili per introdurre gli altri israeliti nella sua visione del mondo, per educarli in fretta e costringerli a riconsiderare la loro vita i loro valori davanti a un momento di crisi. Per la loro natura sconcertante, le parabole di Gesù gli sono quindi utili solo nella misura in cui comunicano in modo unico e potente la sua proclamazione a Israele. Esse, quindi, possiedono e comunicano contenuto e intenzionalità rivolte a un popolo specifico in un momento cruciale della sua storia. Infatti, in quanto “fatti linguistici” simbolici, le parabole sono coerenti con le guarigioni e con gli esorcismi simbolici di Gesù, nonché con il suo ‘teatro di strada’ simbolico, come il suo ‘ingresso trionfale’ a Gerusalemme e la sua ‘purificazione’ del tempio. Tutte queste parole e atti si fondono perché Israele affronti la sfida definitiva di un ebreo che vede se stesso come il profeta escatologico mandato al popolo eletto nell’ultima ora della sua storia presente. Nonostante i loro elementi vivaci, le parabole di Gesù non sono giochi futili, ma strumenti speciali per insegnare. Nonostante le loro sfumature comiche o ironiche, sono terribilmente serie nel loro intento.
In sintesi, la missione e il messaggio complessivo di Gesù conferiscono alle sue parabole il loro sistema di riferimento fondamentale. Contenute e vincolate dal suo obiettivo escatologico centrale, le parabole di Gesù sono uno degli strumenti con cui Gesù comunica in modo attraente e imprime efficacemente il messaggio che proclama anche con il discorso non parabolico. Questo non significa che le parabole di Gesù siano semplicemente ornamenti retorici che decorano un messaggio che potrebbe essere facilmente trasmesso anche senza di esse. 
Le parabole comunicano il messaggio di Gesù e stimolano coinvolgendo il lettore in un modo e con un impatto tale da non avere sostituti verbali efficaci. Una volta che le parabole sono staccate dal contesto di un insolito ebreo del I secolo chiamato Gesù, esse diventano capaci di sostenere quasi tutti i significati che un ingegnoso interprete cerca di leggervi. 
John P.Meier,Un Ebreo Marginale, Vol.V pgg41-42. Queriniana Ed.