TUTTO QUESTO SARÀ TUO.
E' LA DISUGUAGLIANZA A CRESCERE
Aprite gli occhi, cari italiani. Non solo siamo sempre più diseguali, pochi possiedono tanto e l'ascensore sociale si è bloccato (raramente il figlio dell'operaio diventa un manager). La novità, adesso, è che la disuguaglianza si tramanda come i metri quadri delle case. La sveglia arriva da un gruppo di studiosi del Forum Disuguaglianze Diversità, neonata "cornice" di ricerca e attivismo promossa da Fondazione Basso, da otto organizzazioni (dalla Caritas a Legambiente) e da accademici (tra cui l'ex ministro Fabrizio Barca), grazie ai quali ora sappiamo di essere poco padroni del nostro destino. A meno di poter contare su un patrimonio ereditato. Specie al Sud, anche se i tempi di Verga sono lontani, chi eredita pin "roba" assieme alle relazioni sociali che il patrimonio comporta, ha più chance di star bene, di chi nasce in famiglie che non possiedono granché.
L'economista Thomas Piketty, autore nel 2013 del best-seller Il capitale nel XXI secolo, nel 2018 si mette in testa di creare una mappa della disuguaglianza nel mondo. Affida l'elaborazione dei dati sull'Italia a Salvatore Morelli, allievo di un altro antesignano in tema di disparita, Anthony Barnes Atkinson. Morelli, che ora insegna a New York, spiega: «La disuguaglianza dei patrimoni è pin marcata di quella dei redditi, ma finora per fotografarla ci si limitava alla semplice indagine a campione sui bilanci delle famiglie. Per la prima volta in Italia, per misurare la disparita fra ipatri1noni,ho usato i dati fiscali relativi all'eredità: dalla nuova stima, più ampia e precisa, l della concentrazione di ricchezza, viene fuori una disuguaglianza ancor pin marcata. Si vede che, nel nostro Paese, cresce dal '95, molto più che in Spagna o Francia. In vent'anni la forbice si e allargata tanto: il 10 per cento più agiato ha visto la sua quota di ricchezza crescere dal 40 al 60 circa. Tra questi, l'1 per cento si accaparra il 25 per cento di ricchezza totale. Il 90 per cento di italiani, invece, vede la fetta ridursi dal 60 al 45». Ma non solo la disparita sale, ma la concentrazione di ricchezza si trasmette fra generazioni. Lo dicono i dati raccolti da un altro giovane studioso, Francesco Bloise, pure lui attivo, come Morelli, nel Forum Disuguaglianze Diversità. Anche Bloise non si concentra sul reddito ma sulla ricchezza (case, possedimenti, patrimoni) e calcola per la prima volta in Italia quanto possa incidere sul proprio futuro. Insomma, la domanda é: quanto si tramanda la disuguaglianza? «Molto. Da noi, in particolare al Sud, i figli di chi possiede di più avranno di pin: un destino quasi segnato» sottolinea Morelli. «Per chi eredita o riceve immobili, la probabilità di appartenere ai due quintili di ricchezza immobiliare più elevati è del 50 per cento, mentre scende al 30 per cento per chi non eredita nulla. Insomma, la persistenza della ricchezza tra generazioni è simile agli Usa».
Non solo per una figlia di operaio e difficile diventare imprenditrice, ma per un figlio di papa con tre case al mare («e un pacchetto di buone relazioni in eredità») e più facile rinnovare i privilegi. Gli italiani sono ancora padroni del loro destino, ma chi è pure padrone di case, lo è di più.
Francesca Benedetti
(Il Venerdì 3 agosto)