sabato 1 settembre 2018

il carcerato, il diverso

«Avevano paura di me, poi quando mi hanno conosciuto... Quante volte accade di temere lo sconosciuto, lo straniero, il carcerato, l'individuo ignoto nel quale vediamo un pericolo semplicemente perché è ignoto. Comunichiamo con tutti, non accogliamo nessuno. Solo qualche persona semplice si sottrae a questa paura, ma pesa poco sulla bilancia del mondo» (Elvio Fassone, Fine pena: ora, Sellerio (2015, p. 165).
il foglio n. 453