venerdì 21 settembre 2018

Padania bianca e cristiana

L'assonanza delle idee è spesso limpida, come nel discorso da Pontida dell'europarlamentare della Lega Mario Borghezio: «Noi siamo celti e longobardi, non siamo robaccia levantina o mediterranea. Noi, la Padania bianca e cristiana, quelli di Lepanto, con le bandiere del cuore crociato. Noi che non diventeremo mai islamici». I movimenti cattolici che affollano le Marce per la Vita e riempiono il Circo Massimo, a Roma, nel giorno del Family Day, germogliano nello stesso terreno del vice segretario della Lega Lorenzo Fontana, oggi ministro per la Famiglia.  
«La famiglia naturale è sotto attacco. Vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo - sosteneva già nel 2016 Fontana dal palco del convegno dell'associazione Pro Vita Onlus- Da un lato l'indebolimento della famiglia e la lotta per i matrimoni gay e la teoria del gender nelle scuole, dall'altro l'immigrazione di massa che subiamo e la contestuale emigrazione dei nostri giovani all'estero. Sono tutte questioni legate e interdipendenti, perché questi fattori mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni». La Fondazione Lepanto, guidata dallo storico Roberto De Mattei, nasce - si legge - per «difendere la tradizione religiosa e morale cristiana, aggredita dalla dittatura del relativismo», i valori della «vita e della famiglia naturale», ma anche per «proteggere la proprietà privata, assalita dal socialismo confiscatorio dello Stato moderno e delle oligarchie ideologico-finanziarie», e per «difendere gli Stati nazionali, espropriati della loro sovranità da potentati che inseguono l'utopia di una Repubblica anticristiana universale». Istanze politiche e religiose si mescolano, talvolta, fino a diventare indistinguibili.  
Se il concetto di «patria» (e non più quello di Padania) è centrale nella nuova Lega di Salvini, «anche la Chiesa cattolica ha sempre apprezzato l'idea di Nazione come di un guardiano del popolo», dice a La Stampa il cardinale Raymond Burke, punto di riferimento dell'ala clericale tradizionalista che combatte ferocemente il riformismo di Bergoglio. Non è un caso se Burke entra in contatto, nell'aprile del 2017, proprio con il leader della Lega. Salvini viene invitato nella casa del prelato americano e la sintonia è immediata, nella dichiarata lotta alle «frontiere aperte» della Chiesa di Francesco. D'altronde, l'ala dura del dissenso al Pontefice, da sempre esistita nel mondo cattolico, oggi non è più silenziosa. Si muove alla luce del sole e rimbomba nel web, tra decine di siti, blog, pagine social, in cui spesso si intrecciano attacchi spietati contro Bergoglio e difese accorate di Orban e Salvini.  

La fronda nel catto-web
A partire dai social network, come avviene sulle pagine degli scrittori Marco Tosatti e Antonio Socci, seguiti da migliaia di follower. E con maggiore evidenza si manifesta nel caso dei due piccoli siti web di informazione cattolica «Rosso Porpora» e la «Nuova Bussola Quotidiana», fermi sostenitori delle accuse mosse contro Francesco, ed entrambi chiamati a raccogliere il pensiero di Salvini in un'intervista: «Credo che le persone di sensibilità cattolica abbiano potuto apprezzare molte delle nostre lotte, specie negli ultimi anni - dice Salvini a Rossoporpora - a partire dall'affermazione della famiglia come nucleo fondamentale della società, formata da padre e da madre, non da inquietanti e anonimi genitori 1 e 2, fino alla difesa di quei simboli religiosi che appartengono anche al nostro patrimonio culturale e dicono molto delle nostre comuni radici come il Presepe o il Crocifisso negli uffici pubblici. Tutelare questi simboli vuol dire anche tutelare la nostra storia e cultura».  
Francesca Paci e Federico Capurso

(La Stampa 10 agosto)