Non
penso proprio che il cristianesimo abbia fatto il suo tempo per cui
occorra riconoscere l’impossibilità di una conversione e debba
chiudere la partita e assumere in toto il paradigma post-religioso.
A
mio avviso, ogni religione deve proporsi e progettare un suo “oltre”,
camminare verso il futuro in un processo di continua maturazione ed
ulteriorità, di maggiore apertura a Dio come fonte della vita e
fondamento dell’essere.
Detto
in termini fin troppo semplificati, non vedo come una nuova epoca per
la spiritualità umana comporti un andare “oltre le religioni”.
Vedo, invece, in questa stagione storica, una straordinaria
opportunità, un appello chiarissimo ed urgente alle religioni a
convertirsi, facendo fiorire e rifiorire le loro radici. Mi sembra
che il Dio della vita apra sentieri pieni di fecondità. Bando alle
paure e guardare avanti.
La
scommessa è, a mio avviso, decisiva e impegnativa per il
cristianesimo quanto per le altre religioni. O diventare una setta
oppure riconoscere nel nostro oggi il Dio innamorato delle sue
creature.
Franco
Barbero