Latchou
era un uomo molto pio. Ogni giorno, svegliandosi, faceva le abluzioni
rituali e subito dopo, si recava al tempio con il paniere delle sue
offerte in mano, per assistere al culto mattutino.
Con
fervore pregava: “Signore, vengo a renderti visita a casa tua,
senza mancare un solo giorno. Mattina e sera ti porto le mie offerte,
non potresti venire una volta a casa mia?”.
Attento
a questa preghiera quotidiana, Dio alla fine gli rispose: “Domani
io verrò a trovarti”.
Quale
gioia per Latchou… Lava e rilava tutta la casa. Fa disegnare
davanti alla porta di casa con farina e pasta di riso gli ornamenti
augurali.
All’alba,
appende una ghirlanda di foglie e fiori all’ingresso.
Accende
le lampade ad olio e varie luci sul banco che ogni casa indiana
possiede. Al centro di ogni disegno splende un bel fiore giallo.
Nella
sala dei ricevimenti, vassoi di frutta, di biscotti dolci e di fiori
sono allineati in abbondanza. Tutto è pronto per ricevere Dio.
Latchou,
in piedi, è pronto ad accoglierlo.
L’ora
del culto mattutino si avvicina. Un ragazzino che passa da quelle
parti vede, attraverso la finestra aperta, i vassoi dei biscotti. Si
avvicina: “Nonno, hai tanti biscotti lì dentro, non potresti
darmene uno?”.
Latchou
furioso per l’audacia del ragazzino, replica: “Vuoi filartene,
moccioso, come osi chiedermi ciò che è preparato per Dio?”.
Ed
il ragazzino, spaventato se ne fugge via.
La
campana del tempio ha suonato; il culto del mattino è finito.
Latchou
pensa: “Dio verrà dopo il culto di mezzogiorno. Aspettiamolo….”
Stanco
si siede sul banco.
Un
mendicante arriva a chiedergli l’elemosina. Latchou lo scaccia con
rabbia. Poi lava con cura il posto sporcato dai piedi del mendicante…
E passa anche mezzogiorno. Dio non viene all’appuntamento.
Viene
la sera. Latchou, molto triste, aspetta sempre la visita promessa…
Un
pellegrino si presenta all’ora del culto della sera: “Permettimi
di riposarmi sul banco e di dormirvi sopra per questa notte”. “Mai
al mondo! E’ il sedile riservato a Dio”.
La
notte è calata… “Dio non ha mantenuto la promessa!”, pensa
Latchou con delusione.
Il
giorno dopo, ritornato al tempio per la preghiera del mattino, il
devoto rinnova la sua offerta e scoppia in lacrime: “Signore, non
sei venuto da me come avevi promesso. Perché?”.
Una
voce gli dice allora: “Sono venuto tre volte, ed ogni volta tu mi
hai cacciato”.
Sono
necessarie teologie e liturgie, ma il centro della nostra fede resta
la prassi dell’amore.