lunedì 24 settembre 2018

RACCONTO INDIANO: DOV'E' DIO?


Latchou era un uomo molto pio. Ogni giorno, svegliandosi, faceva le abluzioni rituali e subito dopo, si recava al tempio con il paniere delle sue offerte in mano, per assistere al culto mattutino.
Con fervore pregava: “Signore, vengo a renderti visita a casa tua, senza mancare un solo giorno. Mattina e sera ti porto le mie offerte, non potresti venire una volta a casa mia?”.
Attento a questa preghiera quotidiana, Dio alla fine gli rispose: “Domani io verrò a trovarti”.
Quale gioia per Latchou… Lava e rilava tutta la casa. Fa disegnare davanti alla porta di casa con farina e pasta di riso gli ornamenti augurali.
All’alba, appende una ghirlanda di foglie e fiori all’ingresso.
Accende le lampade ad olio e varie luci sul banco che ogni casa indiana possiede. Al centro di ogni disegno splende un bel fiore giallo.
Nella sala dei ricevimenti, vassoi di frutta, di biscotti dolci e di fiori sono allineati in abbondanza. Tutto è pronto per ricevere Dio.
Latchou, in piedi, è pronto ad accoglierlo.
L’ora del culto mattutino si avvicina. Un ragazzino che passa da quelle parti vede, attraverso la finestra aperta, i vassoi dei biscotti. Si avvicina: “Nonno, hai tanti biscotti lì dentro, non potresti darmene uno?”.
Latchou furioso per l’audacia del ragazzino, replica: “Vuoi filartene, moccioso, come osi chiedermi ciò che è preparato per Dio?”.
Ed il ragazzino, spaventato se ne fugge via.
La campana del tempio ha suonato; il culto del mattino è finito.
Latchou pensa: “Dio verrà dopo il culto di mezzogiorno. Aspettiamolo….”
Stanco si siede sul banco.
Un mendicante arriva a chiedergli l’elemosina. Latchou lo scaccia con rabbia. Poi lava con cura il posto sporcato dai piedi del mendicante… E passa anche mezzogiorno. Dio non viene all’appuntamento.
Viene la sera. Latchou, molto triste, aspetta sempre la visita promessa…
Un pellegrino si presenta all’ora del culto della sera: “Permettimi di riposarmi sul banco e di dormirvi sopra per questa notte”. “Mai al mondo! E’ il sedile riservato a Dio”.
La notte è calata… “Dio non ha mantenuto la promessa!”, pensa Latchou con delusione.
Il giorno dopo, ritornato al tempio per la preghiera del mattino, il devoto rinnova la sua offerta e scoppia in lacrime: “Signore, non sei venuto da me come avevi promesso. Perché?”.
Una voce gli dice allora: “Sono venuto tre volte, ed ogni volta tu mi hai cacciato”.

(Quando è giorno? Pag. 132-133, a cura del comitato CEVAA- 1987).

Sono necessarie teologie e liturgie, ma il centro della nostra fede resta la prassi dell’amore.