sabato 27 ottobre 2018

"La violenza dentro le classi nasce già alla scuola materna"
L'allarme degli psicologi


La scuola piemontese si scopre luogo di rabbia e violenza. L'80 per cento dei docenti è stato coinvolto in queste dinamiche. È quanto emerge dal questionario del Centro di Psicologia Ulisse di Torino, rivolto agli insegnanti, i cui dati saranno resi pubblici nelle prossime settimane. Intanto però questa mattina genitori, docenti, presidi e psicologi discuteranno del tema in un convegno, nell'aula magna dell'Istituto Avogadro di Torino, intitolato proprio "Come nasce la violenza?». «Abbiamo tanti insegnanti che si rivolgono a noi per la formazione e la gestione dei problemi di conflittualità - racconta Mauro Martinasso, direttore del Centro di Psicologia Ulisse - Molti stanno male, ma da lì a chiedere aiuto ce ne passa».
La violenza, secondo gli esperti, avrebbe da tempo valicato il fenomeno del bullismo tra gli studenti e spesso sarebbe rivolta proprio verso gli insegnanti: «Ci troviamo ad avere una altissima conflittualità nelle scuole, sia tra i ragazzi, con episodi di bullismo, sia tra docenti e studenti che tra insegnanti e genitori - continua Martinasso - Lavoriamo da tanti anni in questo campo e negli ultimi tempi registriamo che si fatica molto a regolare il traffico delle emozioni e delle tensioni dentro la scuola».
I problemi sono iniziati attorno al Duemila: «La questione però è più chiara da almeno una decina d'anni. C'è il bullismo tra i ragazzi, ma ci sono anche gli atti di violenza tra gli adulti - conferma Domenico Chiesa del Cidi, il Centro di iniziativa democratica degli Insegnanti - La violenza che c'è nelle famiglie e tra i giovani, così come la troviamo oggi tra i social, è entrata nella scuola e sembra abbia trovato terreno fertile. Ci sono tre elementi di rischio che sono aggressività, rabbia e conflitto. Questi non devono essere per forza elementi negativi, sono pulsioni. Il conflitto è la cosa più naturale di questo mondo, l'errore è che non si è più in grado di convivere con queste dimensioni, componendole. Invece o le si nega, penso ai genitori che rifiutano che i figli siano aggressivi, o lo si annulla. Questo però porta a una esplosione che sfocia nella violenza».
Le aggressioni ai docenti da parte di studenti e genitori che finiscono sul giornale sono solo la punta dell'iceberg di un problema ben più diffuso: «L'insegnante è la seconda figura professionale più a rischio di burnout perché vivono continuamente a contatto con dinamiche di tensione - spiega Martinasso - In più negli ultimi anni abbiamo questa inversione di tendenza per cui il bambino è il principe sovrano e tutti si dovrebbero adeguare alle sue esigenze. Questo porta a episodi gravissimi. Il problema inizia già nella scuola dell'infanzia. I bambini di 3 anni già picchiano la maestra, mordono i compagni e non accettano le regole, ma purtroppo sono giustificati e difesi dai genitori».
Uno dei temi affrontati oggi sarà proprio legato a cosa fare per fermare questa tendenza: «In quel contesto si costruisce poi la personalità del bambino che un po' più grande diventa bullo - aggiungono gli esperti - C'è bisogno di iniziare fin dal primo approccio con la scuola a correggere il tiro». La questione di fondo però resta la figura dell'insegnante: «Il docente non si sente né riconosciuto, né rispettato, si sente aggredito e rischia di diventare a sua volta rabbioso - ammette lo psicologo - Purtroppo gli insegnanti non sono stati formati per gestire le relazioni conflittuali. Questo ha generato storture ora evidenti».
Jacopo Ricca

(la Repubblica 13 ottobre)