"La violenza dentro le classi nasce già alla scuola materna"
L'allarme degli psicologi
La scuola piemontese si scopre luogo di rabbia e violenza. L'80 per cento dei docenti è stato coinvolto in queste dinamiche. È quanto emerge dal questionario del Centro di Psicologia Ulisse di Torino, rivolto agli insegnanti, i cui dati saranno resi pubblici nelle prossime settimane. Intanto però questa mattina genitori, docenti, presidi e psicologi discuteranno del tema in un convegno, nell'aula magna dell'Istituto Avogadro di Torino, intitolato proprio "Come nasce la violenza?». «Abbiamo tanti insegnanti che si rivolgono a noi per la formazione e la gestione dei problemi di conflittualità - racconta Mauro Martinasso, direttore del Centro di Psicologia Ulisse - Molti stanno male, ma da lì a chiedere aiuto ce ne passa».
La violenza, secondo gli esperti, avrebbe da tempo valicato il fenomeno del bullismo tra gli studenti e spesso sarebbe rivolta proprio verso gli insegnanti: «Ci troviamo ad avere una altissima conflittualità nelle scuole, sia tra i ragazzi, con episodi di bullismo, sia tra docenti e studenti che tra insegnanti e genitori - continua Martinasso - Lavoriamo da tanti anni in questo campo e negli ultimi tempi registriamo che si fatica molto a regolare il traffico delle emozioni e delle tensioni dentro la scuola».
I problemi sono iniziati attorno al Duemila: «La questione però è più chiara da almeno una decina d'anni. C'è il bullismo tra i ragazzi, ma ci sono anche gli atti di violenza tra gli adulti - conferma Domenico Chiesa del Cidi, il Centro di iniziativa democratica degli Insegnanti - La violenza che c'è nelle famiglie e tra i giovani, così come la troviamo oggi tra i social, è entrata nella scuola e sembra abbia trovato terreno fertile. Ci sono tre elementi di rischio che sono aggressività, rabbia e conflitto. Questi non devono essere per forza elementi negativi, sono pulsioni. Il conflitto è la cosa più naturale di questo mondo, l'errore è che non si è più in grado di convivere con queste dimensioni, componendole. Invece o le si nega, penso ai genitori che rifiutano che i figli siano aggressivi, o lo si annulla. Questo però porta a una esplosione che sfocia nella violenza».
Le aggressioni ai docenti da parte di studenti e genitori che finiscono sul giornale sono solo la punta dell'iceberg di un problema ben più diffuso: «L'insegnante è la seconda figura professionale più a rischio di burnout perché vivono continuamente a contatto con dinamiche di tensione - spiega Martinasso - In più negli ultimi anni abbiamo questa inversione di tendenza per cui il bambino è il principe sovrano e tutti si dovrebbero adeguare alle sue esigenze. Questo porta a episodi gravissimi. Il problema inizia già nella scuola dell'infanzia. I bambini di 3 anni già picchiano la maestra, mordono i compagni e non accettano le regole, ma purtroppo sono giustificati e difesi dai genitori».
Uno dei temi affrontati oggi sarà proprio legato a cosa fare per fermare questa tendenza: «In quel contesto si costruisce poi la personalità del bambino che un po' più grande diventa bullo - aggiungono gli esperti - C'è bisogno di iniziare fin dal primo approccio con la scuola a correggere il tiro». La questione di fondo però resta la figura dell'insegnante: «Il docente non si sente né riconosciuto, né rispettato, si sente aggredito e rischia di diventare a sua volta rabbioso - ammette lo psicologo - Purtroppo gli insegnanti non sono stati formati per gestire le relazioni conflittuali. Questo ha generato storture ora evidenti».
Jacopo Ricca
(la Repubblica 13 ottobre)
L'allarme degli psicologi
La scuola piemontese si scopre luogo di rabbia e violenza. L'80 per cento dei docenti è stato coinvolto in queste dinamiche. È quanto emerge dal questionario del Centro di Psicologia Ulisse di Torino, rivolto agli insegnanti, i cui dati saranno resi pubblici nelle prossime settimane. Intanto però questa mattina genitori, docenti, presidi e psicologi discuteranno del tema in un convegno, nell'aula magna dell'Istituto Avogadro di Torino, intitolato proprio "Come nasce la violenza?». «Abbiamo tanti insegnanti che si rivolgono a noi per la formazione e la gestione dei problemi di conflittualità - racconta Mauro Martinasso, direttore del Centro di Psicologia Ulisse - Molti stanno male, ma da lì a chiedere aiuto ce ne passa».
La violenza, secondo gli esperti, avrebbe da tempo valicato il fenomeno del bullismo tra gli studenti e spesso sarebbe rivolta proprio verso gli insegnanti: «Ci troviamo ad avere una altissima conflittualità nelle scuole, sia tra i ragazzi, con episodi di bullismo, sia tra docenti e studenti che tra insegnanti e genitori - continua Martinasso - Lavoriamo da tanti anni in questo campo e negli ultimi tempi registriamo che si fatica molto a regolare il traffico delle emozioni e delle tensioni dentro la scuola».
I problemi sono iniziati attorno al Duemila: «La questione però è più chiara da almeno una decina d'anni. C'è il bullismo tra i ragazzi, ma ci sono anche gli atti di violenza tra gli adulti - conferma Domenico Chiesa del Cidi, il Centro di iniziativa democratica degli Insegnanti - La violenza che c'è nelle famiglie e tra i giovani, così come la troviamo oggi tra i social, è entrata nella scuola e sembra abbia trovato terreno fertile. Ci sono tre elementi di rischio che sono aggressività, rabbia e conflitto. Questi non devono essere per forza elementi negativi, sono pulsioni. Il conflitto è la cosa più naturale di questo mondo, l'errore è che non si è più in grado di convivere con queste dimensioni, componendole. Invece o le si nega, penso ai genitori che rifiutano che i figli siano aggressivi, o lo si annulla. Questo però porta a una esplosione che sfocia nella violenza».
Le aggressioni ai docenti da parte di studenti e genitori che finiscono sul giornale sono solo la punta dell'iceberg di un problema ben più diffuso: «L'insegnante è la seconda figura professionale più a rischio di burnout perché vivono continuamente a contatto con dinamiche di tensione - spiega Martinasso - In più negli ultimi anni abbiamo questa inversione di tendenza per cui il bambino è il principe sovrano e tutti si dovrebbero adeguare alle sue esigenze. Questo porta a episodi gravissimi. Il problema inizia già nella scuola dell'infanzia. I bambini di 3 anni già picchiano la maestra, mordono i compagni e non accettano le regole, ma purtroppo sono giustificati e difesi dai genitori».
Uno dei temi affrontati oggi sarà proprio legato a cosa fare per fermare questa tendenza: «In quel contesto si costruisce poi la personalità del bambino che un po' più grande diventa bullo - aggiungono gli esperti - C'è bisogno di iniziare fin dal primo approccio con la scuola a correggere il tiro». La questione di fondo però resta la figura dell'insegnante: «Il docente non si sente né riconosciuto, né rispettato, si sente aggredito e rischia di diventare a sua volta rabbioso - ammette lo psicologo - Purtroppo gli insegnanti non sono stati formati per gestire le relazioni conflittuali. Questo ha generato storture ora evidenti».
Jacopo Ricca
(la Repubblica 13 ottobre)