domenica 21 ottobre 2018

Le parole per dirlo
Un pizzico di sale


Nella mia lettera pastorale sul cibo e sulla tavola ho dimenticato una cosa importante: parlare dei singoli alimenti. Ieri, durante una celebrazione, gli organizzatori hanno donato ai presenti un vasetto di sale. Così mi sono trovato a riflettere su questo alimento. Il sale ci può insegnare molte cose. Innanzitutto il sale è quell'alimento che "tira fuori" il gusto degli altri alimenti. Il compito del sale non è quello di dare a tutti gli alimenti il proprio sapore. Sono immangiabili i cibi che sanno troppo di sale. Come sono altrettanto difficili da mangiare i cibi privi di sale. Il sale non dà gusto di sale, ma tira fuori il gusto. Non riempie di sé, ma tira fuori la "verità di ogni cibo". Che meraviglia! La fede cristiana è proprio come il sale: non si sostituisce alla vita, ma tira fuori il gusto della vita. Gesù Cristo non "invade" il mondo, ma lavora perché il mondo fiorisca, trovi il suo vero gusto, la sua vera potenzialità, la sua vera vocazione. Essere cristiani oggi non significa far tanto "rumore" per farsi notare, ma essere a servizio degli altri, a servizio della felicità degli altri. Persone che regalano speranza. Non sopporto i cristiani che parlano sempre del loro "essere cristiani"; ti raccontano fino allo sfinimento il loro modo di pregare, di meditate, di celebrare, di leggere la Parola... Alla fine ti lasciano un sapore intenso di sale. Non di vita. In secondo luogo il sale fa il suo mestiere sciogliendosi. Se non si scioglie, se restano qua e la dei granelli, non va bene. Il sale deve sciogliersi. Che bello! Essere cristiani non significa difendere la propria identità, ma sporgersi un po' più in là, sporgersi un po' oltre il dovuto perché qualcosa di bello accada nell'altro. Così è Gesù Cristo: non ha difeso sé, ma si è sporto oltre il dovuto perché qualcosa di buono arrivasse a chi gli stava di fronte: una parola di speranza; un gesto di tenerezza, di comprensione, di accoglienza; un aiuto concreto, Si è sporto fino a darsi totalmente. Vera figura di adulto. Perché un adulto non è uno che lavora ogni giorno per difendersi, per difendere i suoi spazi, il suo buon nome, i suoi diritti. Un adulto è uno che "si scioglie", che si sporge oltre sé. Il vero adulto è colui che si "scioglie" per i propri cuccioli, per le nuove generazioni. Adulto è colui che sa che la libertà non sta nella difesa di sé, ma nel dono di sé. La libertà non sta nella difesa dei diritti della nostra generazione, ma nella cura dei diritti delle prossime generazioni. Infine il sale è prezioso e discreto. Nessuno lo nota. Anzi, il sale funziona proprio quando nessuno lo nota, quando nessuno deve dire: "C'è troppo sale in questi spaghetti". Il sale è prezioso (ha dato il suo nome al termine "salario"), ma discreto. Che bello! Abbiamo bisogno di una Chiesa così: carica di cose belle, ma discreta, che non mira ad invadere il mondo, ma a dar sapore al mondo.
Derio Olivero, vescovo
(L'Eco del Chisone 10 ottobre)