domenica 21 ottobre 2018

PREDICAZIONE DURANTE L'EUCARESTIA DI DOMENICA 21 OTTOBRE

Predicazione di domenica 21 ottobre.
Geremia 29,1-7
La lettera agli esiliati
[1]Queste sono le parole della lettera che il profeta Geremia mandò da Gerusalemme al resto degli anziani in esilio, ai sacerdoti, ai profeti e a tutto il resto del popolo che Nabucodònosor aveva deportato da Gerusalemme a Babilonia; la mandò [2]dopo che il re Ieconia, la regina madre, i dignitari di corte, i capi di Giuda e di Gerusalemme, gli artigiani e i fabbri erano partiti da Gerusalemme. [3]Fu recata per mezzo di Elasà figlio di Safàn e di Ghemarìa figlio di Chelkia, che Sedecìa re di Giuda aveva inviati a Nabucodònosor re di Babilonia, in Babilonia.
Essa diceva:
[4]«Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, a tutti gli esuli che ho fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia: [5]Costruite case e abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti; [6]prendete moglie e mettete al mondo figli e figlie, scegliete mogli per i figli e maritate le figlie; costoro abbiano figlie e figli. Moltiplicatevi lì e non diminuite. [7]Cercate il benessere del paese in cui vi ho fatto deportare. Pregate il Signore per esso, perché dal suo benessere dipende il vostro benessere.


Per introdurre un po' questo brano del libro di Geremia, dobbiamo partire dalla vita del profeta Geremia.

Geremia nasce verso il 650 ad Anatot cittadina a circa 6 km da Gerusalemme.
Figlio del sacerdote Chelkia, della tribù di Beniamino, viene chiamato dal re Giosia ad essere profeta.
Il periodo politico del re Giosia è particolarmente difficile, anche se Giosia tenta un cambiamento nell'ordine religioso....Verso il 632 inizia una riforma che terminerà nel 622 con la scoperta del libro della legge.
In quegli anni di relativa calma e di benessere si sviluppa pure un'intensa attività letteraria; viene redatto gran parte del Deuteronomio.
Dal 626-625 la situazione internazionale sembra peggiorare. L'Egitto e Babilonia sono sempre pronti a guerreggiare per conquistare territori...e anche il territorio di Giuda è coinvolto...
Sono anche gli anni in cui Geremia comincia a denunciare il dilagare dell'idolatria e inoltre ci informa molto bene sul periodo degli ultimi re di Giuda....e soprattutto  sull'assedio di Gerusalemme.

Geremia minacciò il castigo per i peccatori di Giuda, si oppose con forza all'opinione popolare dominante disfattista e alla politica ufficiale.

Nel 609 il re Giosia muore in battaglia e da quel momento Geremia ebbe vita grama con i potenti e si trovò a parlare ad un popolo senza guida.
Geremia non si limitava a trasmettere la “parola di Dio” ma ci ha lasciato anche la sua parola, i suoi dubbi, le sue inquietudini e i suoi timori.....La sua personalità appare una delle più suggestive del 1°Testamento.
Ricevette molto giovane la vocazione profetica ma non si sente attratto da questa missione. Come Mosé prova timore e si sente impreparato, osteggiato e solo.

Al capitolo 12 ,1-2 Geremia pone a Dio le sue perplessità sulla efficacia del suo impegno.
[1]Tu sei troppo giusto, Signore,
perché io possa discutere con te;
ma vorrei solo rivolgerti una parola sulla giustizia.
Perché le cose degli empi prosperano?
Perché tutti i traditori sono tranquilli?
[2]Tu li hai piantati ed essi hanno messo radici,
crescono e producono frutto;
tu sei vicino alla loro bocca,
ma lontano dai loro cuori.

Al capitolo 15 ai versetti 10 -11 esprime .la sua sofferenza.

[10]Me infelice, madre mia, che mi hai partorito
oggetto di litigio e di contrasto per tutto il paese!
Non ho preso prestiti, non ho prestato a nessuno,
eppure tutti mi maledicono.
[11]Forse, Signore, non ti ho servito del mio meglio,
non mi sono rivolto a te con preghiere per il mio nemico,
nel tempo della sventura e nel tempo dell'angoscia

Ancora al capitolo 20 Geremia si lamenta con Dio per la sorte a cui lo ha costretto:

20,7-8
7]Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto forza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno;
ognuno si fa beffe di me.
[8]Quando parlo, devo gridare,
devo proclamare: «Violenza! Oppressione!».
Così la parola del Signore è diventata per me
motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno.

20,14-18.
[14]Maledetto il giorno in cui nacqui;
il giorno in cui mia madre mi diede alla luce
non sia mai benedetto.
[15]Maledetto l'uomo che portò la notizia
a mio padre, dicendo:
«Ti è nato un figlio maschio», colmandolo di gioia.
[16]Quell'uomo sia come le città
che il Signore ha demolito senza compassione.
Ascolti grida al mattino
e rumori di guerra a mezzogiorno,
[17]perché non mi fece morire nel grembo materno;
mia madre sarebbe stata la mia tomba
e il suo grembo gravido per sempre.
[18]Perché mai sono uscito dal seno materno
per vedere tormenti e dolore
e per finire i miei giorni nella vergogna?

Ho presentato questa carellata di versetti per far notare che questo profeta, il cui nome vuol dire YAVHE RIALZI, ha una concezione della relazione con Dio molto vicina a quella del profeta Osea ed è anche il profeta a cui si ispirerà molto Gesù di Nazareth.
Dio è lo sposo del popolo infedele, che ama, nonostante l'infedeltà, di un amore eterno.
Geremia interpreta in modo spirituale e personale il contenuto dell'alleanza considerata non in base all'appartenenza nazionale e giuridica ma in base ad un rapporto personale con Dio.

Veniamo ora al brano che ho scelto . La lettera che Geremia, rimasto a Giuda con i più poveri, invia ai deportati a Babilonia.

Sappiamo che nel 605 Nabucodonosor sconfigge gli egiziani e poi occupa la Siria. In Giuda regna il re Joakim dal 609,
dopo la morte di Giosia, e quasi subito inizia un periodo di ingiustizie, di abbandono del popolo e di grande sperpero di ricchezze .
Geremia viene incarcerato, torturato ma la sua vocazione profetica continua , denuncia con forza l'abbandono a falsi profeti e al ritorno a culti idolatrici
Nel 597 avviene la deportazione a Babilonia di tutto il popolo compreso il re.
In Giuda rimangono le classi più povere e miserabili.

E Geremia pur avendo fatto la scelta di rimanere con i più poveri, sente anche il dovere di sostenere i deportati.
Il messaggio che invia Geremia è di una bellezza e di una profondità incredibile. 
Fino a Babilonia sono arrivati anche i falsi profeti, e a Geremia probabilmente giunge notizia di come questi illudono il popolo incitando alla ribellione o peggio al lasciare che il tempo scorra così senza impegni poiché, dicono i falsi profeti, l'esilio sarà breve.
Geremia parte da un altro punto di vista:
Ovunque siate “Costruite”
Fare il bene del paese dove siete.
Pregate per quella città dove io vi ho esiliato e per la sua prosperità
E' tutta una esortazione ad assumere un atteggiamento costruttivo, e aperto allo straniero; 
c'è una concretezza in queste esortazioni che esprime anche un messaggio per noi.
Nelle ore buie , come quelle che stiamo vivendo, rimanere costruttivi e concreti nella quotidianità è il cuore del messaggio di Geremia.
Fiorentina Charrier