Predicazione
di domenica 21 ottobre.
Geremia
29,1-7
La
lettera agli esiliati
[1]Queste
sono le parole della lettera che il profeta Geremia mandò da
Gerusalemme al resto degli anziani in esilio, ai sacerdoti, ai
profeti e a tutto il resto del popolo che Nabucodònosor aveva
deportato da Gerusalemme a Babilonia; la mandò [2]dopo
che il re Ieconia, la regina madre, i dignitari di corte, i capi di
Giuda e di Gerusalemme, gli artigiani e i fabbri erano partiti da
Gerusalemme. [3]Fu
recata per mezzo di Elasà figlio di Safàn e di Ghemarìa figlio di
Chelkia, che Sedecìa re di Giuda aveva inviati a Nabucodònosor re
di Babilonia, in Babilonia.
Essa
diceva:
[4]«Così
dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, a tutti gli esuli che
ho fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia: [5]Costruite
case e abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti; [6]prendete
moglie e mettete al mondo figli e figlie, scegliete mogli per i figli
e maritate le figlie; costoro abbiano figlie e figli. Moltiplicatevi
lì e non diminuite. [7]Cercate
il benessere del paese in cui vi ho fatto deportare. Pregate il
Signore per esso, perché dal suo benessere dipende il vostro
benessere.
Per
introdurre un po' questo brano del libro di Geremia, dobbiamo partire
dalla vita del profeta Geremia.
Geremia
nasce verso il 650 ad Anatot cittadina a circa 6 km da Gerusalemme.
Figlio
del sacerdote Chelkia, della tribù di Beniamino, viene chiamato dal
re Giosia ad essere profeta.
Il
periodo politico del re Giosia è particolarmente difficile, anche
se Giosia tenta un cambiamento nell'ordine religioso....Verso il 632
inizia una riforma che terminerà nel 622 con la scoperta del libro
della legge.
In
quegli anni di relativa calma e di benessere si sviluppa pure
un'intensa attività letteraria; viene redatto gran parte del
Deuteronomio.
Dal
626-625 la situazione internazionale sembra peggiorare. L'Egitto e
Babilonia sono sempre pronti a guerreggiare per conquistare
territori...e anche il territorio di Giuda è coinvolto...
Sono
anche gli anni in cui Geremia comincia a denunciare il dilagare
dell'idolatria e inoltre ci informa molto bene sul periodo degli
ultimi re di Giuda....e soprattutto sull'assedio di Gerusalemme.
Geremia minacciò il castigo per i peccatori di Giuda, si oppose con forza
all'opinione popolare dominante disfattista e alla politica
ufficiale.
Nel
609 il re Giosia muore in battaglia e da quel momento Geremia ebbe
vita grama con i potenti e si trovò a parlare ad un popolo senza
guida.
Geremia
non si limitava a trasmettere la “parola di Dio” ma ci ha
lasciato anche la sua parola, i suoi dubbi, le sue inquietudini e i
suoi timori.....La sua personalità appare una delle più suggestive
del 1°Testamento.
Ricevette
molto giovane la vocazione profetica ma non si sente attratto da
questa missione. Come Mosé prova timore e si sente impreparato,
osteggiato e solo.
Al
capitolo 12 ,1-2 Geremia pone a Dio le sue perplessità sulla
efficacia del suo impegno.
[1]Tu
sei troppo giusto, Signore,
perché io possa discutere con te;
ma vorrei solo rivolgerti una parola sulla giustizia.
Perché le cose degli empi prosperano?
Perché tutti i traditori sono tranquilli?[2]Tu li hai piantati ed essi hanno messo radici,
crescono e producono frutto;
tu sei vicino alla loro bocca,
ma lontano dai loro cuori.
perché io possa discutere con te;
ma vorrei solo rivolgerti una parola sulla giustizia.
Perché le cose degli empi prosperano?
Perché tutti i traditori sono tranquilli?[2]Tu li hai piantati ed essi hanno messo radici,
crescono e producono frutto;
tu sei vicino alla loro bocca,
ma lontano dai loro cuori.
Al
capitolo 15 ai versetti 10 -11 esprime .la sua sofferenza.
[10]Me
infelice, madre mia, che mi hai partorito
oggetto di litigio e di contrasto per tutto il paese!
Non ho preso prestiti, non ho prestato a nessuno,
eppure tutti mi maledicono.[11]Forse, Signore, non ti ho servito del mio meglio,
non mi sono rivolto a te con preghiere per il mio nemico,
nel tempo della sventura e nel tempo dell'angoscia
oggetto di litigio e di contrasto per tutto il paese!
Non ho preso prestiti, non ho prestato a nessuno,
eppure tutti mi maledicono.[11]Forse, Signore, non ti ho servito del mio meglio,
non mi sono rivolto a te con preghiere per il mio nemico,
nel tempo della sventura e nel tempo dell'angoscia
Ancora
al capitolo 20 Geremia si lamenta con Dio per la sorte a cui lo ha
costretto:
20,7-8
7]Mi
hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto forza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno;
ognuno si fa beffe di me.[8]Quando parlo, devo gridare,
devo proclamare: «Violenza! Oppressione!».
Così la parola del Signore è diventata per me
motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno.
mi hai fatto forza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno;
ognuno si fa beffe di me.[8]Quando parlo, devo gridare,
devo proclamare: «Violenza! Oppressione!».
Così la parola del Signore è diventata per me
motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno.
20,14-18.
[14]Maledetto
il giorno in cui nacqui;
il giorno in cui mia madre mi diede alla luce
non sia mai benedetto.
[15]Maledetto l'uomo che portò la notizia
a mio padre, dicendo:
«Ti è nato un figlio maschio», colmandolo di gioia.
[16]Quell'uomo sia come le città
che il Signore ha demolito senza compassione.
Ascolti grida al mattino
e rumori di guerra a mezzogiorno,
[17]perché non mi fece morire nel grembo materno;
mia madre sarebbe stata la mia tomba
e il suo grembo gravido per sempre.
[18]Perché mai sono uscito dal seno materno
per vedere tormenti e dolore
e per finire i miei giorni nella vergogna?
il giorno in cui mia madre mi diede alla luce
non sia mai benedetto.
[15]Maledetto l'uomo che portò la notizia
a mio padre, dicendo:
«Ti è nato un figlio maschio», colmandolo di gioia.
[16]Quell'uomo sia come le città
che il Signore ha demolito senza compassione.
Ascolti grida al mattino
e rumori di guerra a mezzogiorno,
[17]perché non mi fece morire nel grembo materno;
mia madre sarebbe stata la mia tomba
e il suo grembo gravido per sempre.
[18]Perché mai sono uscito dal seno materno
per vedere tormenti e dolore
e per finire i miei giorni nella vergogna?
Ho
presentato questa carellata di versetti per far notare che questo
profeta, il cui nome vuol dire YAVHE RIALZI, ha una concezione della
relazione con Dio molto vicina a quella del profeta Osea ed è anche
il profeta a cui si ispirerà molto Gesù di Nazareth.
Dio
è lo sposo del popolo infedele, che ama, nonostante l'infedeltà, di
un amore eterno.
Geremia
interpreta in modo spirituale e personale il contenuto dell'alleanza
considerata non in base all'appartenenza nazionale e giuridica ma in
base ad un rapporto personale con Dio.
Veniamo
ora al brano che ho scelto . La lettera che Geremia, rimasto a Giuda
con i più poveri, invia ai deportati a Babilonia.
Sappiamo
che nel 605 Nabucodonosor sconfigge gli egiziani e poi occupa la
Siria. In Giuda regna il re Joakim dal 609,
dopo
la morte di Giosia, e quasi subito inizia un periodo di ingiustizie, di abbandono del popolo e di grande sperpero di ricchezze .
Geremia
viene incarcerato, torturato ma la sua vocazione profetica continua ,
denuncia con forza l'abbandono a falsi profeti e al ritorno a culti
idolatrici
Nel
597 avviene la deportazione a Babilonia di tutto il popolo compreso
il re.
In
Giuda rimangono le classi più povere e miserabili.
E
Geremia pur avendo fatto la scelta di rimanere con i più poveri, sente anche il dovere di sostenere i deportati.
Il
messaggio che invia Geremia è di una bellezza e di una profondità
incredibile.
Fino a Babilonia sono arrivati anche i falsi profeti, e
a Geremia probabilmente giunge notizia di come questi illudono il
popolo incitando alla ribellione o peggio al lasciare che il tempo
scorra così senza impegni poiché, dicono i falsi profeti, l'esilio
sarà breve.
Geremia
parte da un altro punto di vista:
Ovunque
siate “Costruite”
Fare
il bene del paese dove siete.
Pregate per quella città dove io vi ho esiliato e per la sua prosperità
E'
tutta una esortazione ad assumere un atteggiamento costruttivo, e
aperto allo straniero;
c'è una concretezza in queste esortazioni che
esprime anche un messaggio per noi.
Nelle
ore buie , come quelle che stiamo vivendo, rimanere costruttivi e
concreti nella quotidianità è il cuore del messaggio di Geremia.
Fiorentina Charrier