Quando
nella mia vita ho incontrato dei veri maestri (e alcuni li ho
incontrati davvero), mi sono accorto che la loro prima attenzione e
la loro costante preoccupazione consistevano nell’appassionare i
discepoli e le discepole alla vita e alla ricerca.
Non
volevano affatto che i discepoli si fermassero al punto in cui li
avevano accompagnati. Desideravano e operavano che i discepoli
fossero liberi di andare oltre, anche contro il loro insegnamento.
Per
questo compresi presto alla loro scuola che limitarsi a ripetere le
loro opinioni significava non far tesoro della loro lezione di vita e
di fede. Dovevo raccogliere la loro preziosa ed indispensabile
testimonianza per mettere in atto la mia barchetta e buttarmi in mare
aperto.
Per
me i veri maestri non sono stati mai soltanto degli insegnanti
rigorosi e lucidi (doti indispensabili), ma anche persone
appassionate, capaci di mettere a rischio la propria posizione
ufficiale.
Che
cosa può fare un maestro depassionato se non trasmettere
informazioni, dati, conoscenze?
Ma
i maestri appassionati a me hanno come trasmesso una fiamma che
ardeva mettendo insieme cultura, vita, fede. Così li ho vissuti,
percepiti. Credo che senza la loro ”spinta“, senza il loro
contagio, non mi sarei inoltrato sui sentieri più impervi e fecondi
delle varie teologie.
Ti
ringrazio, o Dio, perché nel trascorrere del tempo ogni donna e ogni
uomo in cui vedo ardere la fiamma della ricerca, la passione per la
giustizia e per la fede in Te, sono diventati i miei maestri. Non lo
sanno forse, ma ascoltandoli ricevo forza e luce per questo ultimo
tratto del mio cammino prima della morte.
Franco
Barbero