Nulla è lasciato al caso: dalla sede, confermata nella cittadina "capitale" delle Valli valdesi del Piemonte, alla
data dell'inaugurazione, ossia il giorno in cui in tutto il mondo si ricorda la Riforma protestante, passando
per gli spazi che sono stati sapientemente progettati per ospitare un patrimonio erede di una precisa identità
di cultura e di fede. La sede sarà infatti l'ex Convitto valdese di Via Beckwith 3, fondato nel 1889 in occasione
delle celebrazioni per il bicentenario del "Glorioso rimpatrio" dei valdesi dall'esilio svizzero con il nome di Musée
Historique Vaudois. Li, cento anni dopo, l'allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga inaugurò la
Fondazione centro culturale valdese. Il volto dell'ex convitto è stato del tutto rinnovato. Il progetto è degli
architetti Margherita Bert e Massimo Venegoni che, con la ristrutturazione, oltre a rivederne gli spazi, puntano a
trasformarne anche la potenza espositiva e comunicativa. "Quello che presentiamo non è un semplice
riallestimento con strumenti più moderni - spiega Davide Rosso, direttore della Fondazione centro culturale
valdese - Museo storico valdese alla vigilia dell'inaugurazione - ma è un autentico nuovo museo in cui la
comunità valdese rappresenta, si, se stessa, ma è anche, e forse soprattutto, un museo autoriale".
Documenti, incisioni, libri, armi e tanto altro sarà mostrato in un percorso museale che culminerà nella torretta
panoramica aperta sulle Valli valdesi: sei sezioni temporali classiche, dal Medioevo fino al Novecento, con
un'interpretazione data da materiale di studiosi, specialisti ed esperti. "I musei hanno la necessità di essere
rinnovati e ripensati, più o meno profondamente - sottolinea il moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini -
per stare al passo con le innovazioni tecnologiche e il mutare degli interessi di chi li visita, anche se il tema centrale
della mission non cambia".
"Abbiamo voluto fin dall'inizio che il nuovo Museo avesse un avvio collettivo con la consultazione di persone portatrici
di interessi diversi per la storia valdese e per il territorio delle Valli: membri delle chiese locali, volontari
responsabili dei piccoli musei aperti in molte piccole località e collegati tra loro nel Sistema museale eco-storico
delle Valli valdesi, operatori turistici e amministratori".
"Un avvio dal basso", sottolinea la presidente della Fondazione centro culturale valdese, Erika Tomassone.
Sarà presente anche lei con Rosso e Bernardini, domani al taglio del nastro, momento in cui ci sarà
anche l'apertura della mostra dell'artista protestante Paolo Paschetto. Ci saranno il presidente della Regione
Piemonte Sergio Chiamparino, il presidente della Società di studi valdesi Dino Carpanetto e il consigliere nazionale
del International Council of Museums Icom Italia Daniele Jalla. Saranno presenti per vedere il sipario alzarsi su un
unico luogo che fonda la sofferenza e la riscossa di una comunità e l'orgoglio di un lungo passato.
Cristina Palazzo
La Repubblica - 30/10/2018