sabato 3 novembre 2018

EUROPARLAMENTO

Strasburgo
Il susseguirsi di aggressioni razziste contro minoranze etniche, religiose o sessuali preoccupa il parlamento europeo che invita gli Stati membri a intervenire per arginare l’azione dei gruppi neofascisti e neonazisti. E in qualche caso anche a mettere fine alla tolleranza mostrata dal alcuni governi verso queste formazioni, tanto da far apparire quasi normali le violenze compiute dalle squadracce nere. Mancano azioni efficaci contro questi gruppi violenti, denuncia una risoluzione approvata ieri dall’aula di Strasburgo con 355 voti a favore, 90 contrari (compresi quelli di Forza Italia e Lega) e 39 astensioni in cui si chiede la messa al bando dei gruppi neofascisti e neonazisti.
Nel testo si ricordano alcune delle aggressioni più gravi avvenute in Europa negli ultimi tempi: si va dalle 77 persone uccise in Norvegia nel 2011, all’assassinio della deputata britannica Jo Cox nel 2016 all’attacco compiuto a Bari dai militanti di Casapound contro l’eurodeputata Eleonora Forenza e il suo assistente. Senza dimenticare Luca Traini, il fascio leghista <>.
Un’onda xenofoba che attraversa l’Europa passando anche la Polonia, Francia Spagna, Germania, Grecia e i Paesi scandinavi di fronte alla quale i governi preferiscono in alcuni casi chiudere gli occhi.
<>. A incrementare certi comportamenti ci sono poi anche i discorsi di odio pronunciati da alcuni leader politici e funzionari pubblici, funzionali al processo di normalizzazione della violenza.
La risoluzione sottolinea anche la necessità di adottare misure utili a contrastare la diffusione del razzismo, del fascismo e della xenofobia su internet, in collaborazione con le aziende dei socialmedia. Infine gli stadi. dal parlamento europeo arriva un appello alle federazioni sportive e alle società calcistiche perché contrastino il razzismo, e la xenofobia negli stadi e nella cultura sportiva punendo i responsabili.
Soddisfatta per l’approvazione della risoluzione si è detta Carla Nespolo presidente nazionale dell’Anpi. 
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Il Manifesto del 26/10/2018