Ilhan
Omar ha 37 anni e viene dalla Somalia. E' arrivata negli Stati
Uniti nel 1996 con la sua famiglia, dopo essere scappata dalla
guerra e dalle violenze del suo martoriato Paese e aver vissuto in un
campo profughi in Kenya.
Negli Usa ha lo status di rifugiata. Ed è
di fede musulmana. E alle elezioni di Mid-term (metà mendato)
del 6 novembre è stata eletta come deputata per il Partito
democratico, in Minnesota, nel seggio che era di Keith Ellison,
avvocato convertito all'islam - il primo deputato musulmano del
Congresso americano nonché il primo afro-americano nella Camera dei
rappresentanti per il Minnesota - che ha deciso di non
ricandidarsi.
La Omar è la prima donna di origine somala ad
entrare nel Congresso americano e, come lei stessa
sottolinea, la prima donna di colore eletta nel Minnesota, la
prima rifugiata e la prima a indossare il velo islamico nell'aula
della Camera Usa. E condivide con Rashida Tlaib, 42 anni,
avvocato di origine palestinese dello Stato del Michigan, il primato
delle prime due donne musulmane elette al Congresso americano.
La
sera del 6 novembre, quando Ilhan Omar è salita sul palco a
festeggiare il fatto di essere diventata la prima donna musulmana
eletta alla camera degli Stati Uniti, ha esordito con un assalam
alaikum, la pace sia con voi. Seguito poi da un alhamdulillah,
grazie a Dio.
Laurea
in Scienze politiche e studi internazionali e idee progressiste (fra
i punti del suo programma: copertura sanitaria pubblica garantita a
tutti, salario minino di 15 dollari all'ora, istruzione universitaria
gratuita per i figli di famiglie meno abbienti, protezione dei
rifugiati, difesa dei diritti delle donne e della comunità Lgbt),
Ilhan Omar compare sempre con l'immancabile hijab o con il
turbante, che indossa con fierezza.
Nel suo profilo Facebook
dice di non essersi candidata per avere un primato. Bensì «perché
quando sono arrivata in questo Paese, ho sentito parlare della sua
promessa».
Quella degli indigeni, per la loro terra. Quella
degli immigrati, spesso trattati con odio. Quella dei giovani, i
millennials,« ai quali era stato promesso il sogno americano se
avessero studiato duramente, per scoprire che quel sogno è stato
rimandato dalla dura realtà della nostra economia». Nel 2017
la rivista Time ha inserito la Omar nella lista del
46 donne che, nei loro campi di azione, stanno cambiando il mondo.
Figlia
di un palestinese di umili origini emigrato a Detroit, operaio della
Ford, prima di 14 tra fratelli e sorelle, cresciuta in un
sobborgo popolare, Rashida Tlaib è madre di due figli, divorziata,
ed è entrata nel Congresso come espressione dei Democratici
socialisti d'America(Dsa), un'organizzazione che si colloca a
sinistra del Partito democratico e che ha le sue origini nel Partito
socialista d'America.
Fiera paladina del diritto degli immigrati
illegali a restare negli Stati Uniti, come la Omar pone fra le
sue priorità di programma il salario minimo di 15 dollari l'ora per
tutti i lavoratori, la sanità pubblica garantita a tutti, università
e scuole professionali pubbliche gratuite per i figli della classe
operaia. Inoltre lotta per la fine della discriminazione di
genere nel campo del lavoro con l'assicurazione della parità del
salario fra donne e uomini.
Un
altro record al femminile alle elezioni di Mid-term lo ha
battuto Ayanna Pressley, 44 anni. Originaria di Chicago,
laureata alla Boston university, la Pressley è la prima donna
afro-americana eletta per i democratici nella Camera dei
rappresentanti per il Massachussets.
Già nel 2010 la Pressley
aveva battuto un record: era stata la prima donna di
colore a entrare nel Boston city council, ovvero il consiglio
comunale della città Boston, in cento anni di storia.
Internazionale 9/11/2018