Mantero "Non voterò il decreto Salvini se il Movimento non mi vuole torno a casa"
Secondo Matteo Mantero, l'appello di Luigi Di Maio ad agire come una testuggine romana è un "ricatto morale", che non accetta. Il senatore ligure - unico parlamentare M5S a non aver mai chiesto di parlare a taccuini chiusi - ha appena depositato al Senato il suo disegno di legge sull'eutanasia, che ricalca quello presentato alla Camera nella scorsa legislatura insieme alla moglie, allora deputata, Silvia Giordano. Vorrebbe continuare quel che il M5S ha cominciato con l'approvazione del testamento biologico. Non a tutti i costi però.
Pensa che l'assemblea congiunta sia tardiva?
«La questione andava affrontata molto prima, direi ancor prima di scrivere il decreto sicurezza».
Cosa contesta?
L'intera impostazione. Andando a ridurre il sistema dello Sprar e promuovendo i Cas, i grandi centri, si rischia di alimentare gli affari di chi lucra sull'immigrazione e di limitare la capacità di integrazione. Si creano delle sacche di disagio, che sono quelle su cui fa profitti la criminalità. Le conseguenze le subiremo tutti, non solo i migranti».
I rimpatri più veloci sono nel contratto di governo.
«Ma lo stesso ministro dell'Interno ha ammesso che ci vorrà un sacco di tempo, se ne possono fare 5mila all'anno. Così l'Ita1ia si riempirà di irregolari che vivono ai margini».
Nessuna delle modifiche che ha sostenuto è stata accolta?
«Solo quella che prevedeva la possibilità di estendere la sanità pubblica agli immigrati irregolari. Il contrario sarebbe un danno per la salute di tutti, oltre che contro la Costituzione».
Non è l'unico elemento a rischio di costituzionalità.
«Può anche essere che al primo ricorso la Consulta bocci questo decreto, ma io non posso votare una legge che non riconosce il diritto d'asilo per motivi umanitari».
Cosa farà se il governo metterà la fiducia?
«Spero non ci sia, non mi sembra corretto precludere il dibattito parlamentare su questo tema».
Se non c'è?
«Voterò contro o uscirò dall'aula, non ho ancora deciso. Ma non approvo quel testo».
Se vota contro la fiducia può essere espulso dai 5 stelle. Lo sa?
«Oltre che al gruppo una persona deve rispondere alla sua etica. C'è un livello di compromesso che si può accettare, ognuno ha la sua asticella. Questa legge supera la mia. Non dico di avere ragione, ma che per me non è accettabile».
Tanto da farsi cacciare?
«Se capisco che il mio lavoro su eutanasia, cannabis terapeutica, gioco d'azzardo, non è più utile, vado a casa senza aspettare che mi caccino. Al mio posto verrà qualcuno pronto a fare la testuggine».
«Destra e sinistra sono concetti superati, ma non lo sono i diritti delle persone. Il Movimento non deve inseguire la Lega sulla strada della restrizione dei diritti, ma proseguire il suo percorso di valori anche sociali e di inclusione».
a. cuz.
(la Repubblica 31 ottobre)
Secondo Matteo Mantero, l'appello di Luigi Di Maio ad agire come una testuggine romana è un "ricatto morale", che non accetta. Il senatore ligure - unico parlamentare M5S a non aver mai chiesto di parlare a taccuini chiusi - ha appena depositato al Senato il suo disegno di legge sull'eutanasia, che ricalca quello presentato alla Camera nella scorsa legislatura insieme alla moglie, allora deputata, Silvia Giordano. Vorrebbe continuare quel che il M5S ha cominciato con l'approvazione del testamento biologico. Non a tutti i costi però.
Pensa che l'assemblea congiunta sia tardiva?
«La questione andava affrontata molto prima, direi ancor prima di scrivere il decreto sicurezza».
Cosa contesta?
L'intera impostazione. Andando a ridurre il sistema dello Sprar e promuovendo i Cas, i grandi centri, si rischia di alimentare gli affari di chi lucra sull'immigrazione e di limitare la capacità di integrazione. Si creano delle sacche di disagio, che sono quelle su cui fa profitti la criminalità. Le conseguenze le subiremo tutti, non solo i migranti».
I rimpatri più veloci sono nel contratto di governo.
«Ma lo stesso ministro dell'Interno ha ammesso che ci vorrà un sacco di tempo, se ne possono fare 5mila all'anno. Così l'Ita1ia si riempirà di irregolari che vivono ai margini».
Nessuna delle modifiche che ha sostenuto è stata accolta?
«Solo quella che prevedeva la possibilità di estendere la sanità pubblica agli immigrati irregolari. Il contrario sarebbe un danno per la salute di tutti, oltre che contro la Costituzione».
Non è l'unico elemento a rischio di costituzionalità.
«Può anche essere che al primo ricorso la Consulta bocci questo decreto, ma io non posso votare una legge che non riconosce il diritto d'asilo per motivi umanitari».
Cosa farà se il governo metterà la fiducia?
«Spero non ci sia, non mi sembra corretto precludere il dibattito parlamentare su questo tema».
Se non c'è?
«Voterò contro o uscirò dall'aula, non ho ancora deciso. Ma non approvo quel testo».
Se vota contro la fiducia può essere espulso dai 5 stelle. Lo sa?
«Oltre che al gruppo una persona deve rispondere alla sua etica. C'è un livello di compromesso che si può accettare, ognuno ha la sua asticella. Questa legge supera la mia. Non dico di avere ragione, ma che per me non è accettabile».
Tanto da farsi cacciare?
«Se capisco che il mio lavoro su eutanasia, cannabis terapeutica, gioco d'azzardo, non è più utile, vado a casa senza aspettare che mi caccino. Al mio posto verrà qualcuno pronto a fare la testuggine».
Secondo Di Maio chi si sfila mette a rischio promesse come il - reddito di cittadinanza o il superamento della Fornero.
«Obiettivi importantissimi, ma dobbiamo anche capire l'impatto che quello che approviamo ha sul Paese. Le conseguenza di questo decreto, o ad esempio del ddl Pillon sull'affido condiviso. Non è che per fare delle cose buone se ne devono fare di terribili».
Di Maio porta i 5S a destra?
«Destra e sinistra sono concetti superati, ma non lo sono i diritti delle persone. Il Movimento non deve inseguire la Lega sulla strada della restrizione dei diritti, ma proseguire il suo percorso di valori anche sociali e di inclusione».
a. cuz.
(la Repubblica 31 ottobre)