Ora
anche le suore fanno causa, aprono contenziosi, minacciano scioperi.
Sono 20.000 e lavorano come infermiere negli ospedali e, soprattutto,
nelle cliniche private. Finora, lo hanno fatto per “vocazione”.
Ma,
all'improvviso la vocazione ha lasciato il posto alla rivendicazione e
le religiose hanno deciso di non lasciarsi più sfruttare dai loro
rispettivi Ordini.
Il
segnale della riscossa è partito dalle sorelle tornate allo stato
laicale che, arrivate a un'età rispettabile, si sono trovate senza
alcuna garanzia economica, cioè senza liquidazione ne pensione.
E questo
dopo anni di lavoro indefesso, dopo un servizio permanente effettivo,
di giorno e di notte. Nei giorni feriali e in quelli festivi. Vocazione
spirituale va bene, si sono dette, ma tutto ha un limite. Ed è così che
le congregazioni di appartenenza sono state chiamate in una causa che
non ha precedenti, insieme alle amministrazioni ospedaliere e alle
cliniche private. Ma come ha funzionato finora questo servizio? "Nel
passato non c'è mai stato un rapporto chiaramente regolamentato”, ha
detto all’Ada-Kronos Giacomo Muscolino, segretario nazionale CISL della
Federazione Lavoratori Ospedalieri.
Le cose sono però tutt'altro che
semplici: la legge non è chiara e di questo approfittano le
Congregazioni che cedono le suore a ospedali e case di cura. Incamerando
la “mercede” loro dovuta oppure le utilizzano nelle tante cliniche di
loro proprietà. Tutto questo in nome di una presunta “vocazione
spirituale” che dovrebbe rendere le suore-infermiere felici di occuparsi
degli infermi senza ricevere nulla. Evidentemente le cose non stanno
esattamente così: le schiave-bianche non hanno più nessuna voglia di
aggirarsi silenziose e operose nelle corsie, passando di letto in letto,
paghe di fare del bene al loro prossimo.
E, seguendo l'esempio delle
sorelle ora laiche hanno deciso di ribellarsi in massa. Non si è ancora
arrivati allo sciopero ma poco ci manca: tutte rivendicano un
trattamento economico. Quanto guadagnerebbe, se fosse pagata una suora
infermiera? "Se venisse applicato il contratto 354.000 lire al mese, più
la contingenza, le ferie, la 13ª, la liquidazione e, naturalmente, la
pensione" dice il sindacalista.
E aggiunge: "questo se si tratta di una
generica. Ma le suore molto spesso sono caposala, assistenti di sala
operatoria e occupano posti di responsabilità sia negli ospedali che
nelle cliniche private. Per questo il loro stipendio dovrebbe essere, in
tantissimi casi, molto superiore".
Insomma, si finirà per vederle in
corteo, queste suore, stanche di essere ingaggiate, a gruppi, dalle
cliniche e dagli ospedali vedendosi passare sotto il naso la retta che
finisce direttamente nelle casse della loro congregazione.
Un'epoca sta
per finire: quella della tratta delle suore-infermiere.
La Repubblica - domenica 18/05/1980.