Annuncio
di fede ai bambini e alle bambine: un po’ di storia. L’esperienza
della comunità cristiana di base di Pinerolo
A distanza
di anni non è forse possibile ricordare se non i “passaggi”
principali di questa esperienza di “annuncio di fede ai bambini e
alle bambine”.
1978:
l’inizio
Era il 1978
quando cominciammo a parlarne in una domenica d’estate, in una
valle del pinerolese. Si trattava di sondare la possibilità e la
volontà per una nuova iniziativa. In comunità e “dintorni”
spuntarono i primi “germogli” in alcune giovani famiglie. Ci
eravamo appena posti l’interrogativo: “battesimo sì, battesimo
no?”
Il passa
parola portò i suoi frutti e nell’autunno 1978 demmo vita ai primi
incontri di genitori e di bambini e bambine in un clima di gioia e di
ricerca di una strada che lentamente favorisse il coinvolgimento.
1980-1996:
il periodo della commissione catechesi
Nel 1980
nasce la “commissione catechesi”: 12 - 13 riunioni ogni anno nel
pomeriggio, dalle ore 17, nella sede della comunità. Ricordo bene
quegli incontri di giovani genitori pieni di voglia di
“testimoniare”, di annunciare ai piccoli una fede viva e
coinvolgente che essi spesso andavano scoprendo. Si trattava, mentre
regnava papa Woytila che aveva relegato il concilio in un inverno
tradizionalista e triste, di scoprire ed annunciare una fede libera
dagli orpelli dogmatici.
Una
impresa comunitaria
Il tutto era
avvertito come una scelta comunitaria: non volevamo che, chiusa la
spinta innovativa del concilio e del ’68 politico, mancasse ai
“nostri” bambini e ragazzi una proposta valida che, crescendo,
potessero confermare o rifiutare. Fu una scelta precisa molto
discussa e poi condivisa: sì vogliamo che nel cuore dei “nostri”
ragazzi sia seminata l’esperienza di Gesù, della sua fiducia in
Dio, del suo amore per gli emarginati, i poveri, le donne, gli
ammalati. Questo impegno coinvolse le comunità cristiane di base di
Pinerolo e Piossasco.
Il
“funzionamento” della commissione catechesi
Individuati
i temi alla fine dell’estate, avevamo diviso le nostre
responsabilità. A me era chiesto di fornire una rigorosissima
introduzione esegetica e teologica al brano e al tema. Nell’incontro
la comunicazione avviava una vivace discussione. Ricordo ancora con
emozione quei “caldi e creativi” dibattiti.
Poi si
trattava di comporre la “scheda”. A volte toccava ad un/una
componente del gruppo, spesso a me, raccogliendo gli elaborati di più
persone.
Nel corso
della commissione di volta in volta venivano anche individuate alcune
piste di ricerca per il lavoro dei gruppi e si individuavano gli
animatori e le animatrici. Dopo il 1985 i gruppi dei ragazzi/e furono
due, divisi con il criterio dell’età.
1982-1983:
nuove proposte
Strada
facendo nacquero dal gruppo esigenze e proposte nuove. La “consegna
del vangelo” fu negli ultimi anni una delle feste più
significative. In una intera giornata la comunità, durante una
“uscita”, consegnava il vangelo ai ragazzi e alle ragazze che
avevano già percorso un periodo di vita di gruppo. Come presbitero,
affidavo alle mani dei singoli ragazzi scelti/e di anno in anno, il
tesoro del vangelo con le firme delle sorelle e dei fratelli della
comunità dopo quelle dei genitori. Il vangelo è festa, il vangelo è
un tesoro da scoprire in quelle pagine e nei giorni della vita.
Ecco una
delle preghiere che troviamo tra le tante composte dai ragazzi:
“O
Signore, Gesù ci ha detto chi tu sei: nostro Dio e nostro Padre.
Come è bello avere un Dio che ci ha creati e poterlo chiamare nostro
Padre e nostra Madre! Anche se i miei occhi non ti vedono, io credo
che tu vivi accanto a tutti noi e ci vuoi bene” (1982).
Un’altra
festa molto sentita fu la “festa della pace” in cui i ragazzi e
le ragazze, dopo alcune riflessioni di gruppo sulla realtà delle
guerre, demolirono un grande muro che avevano costruito per
ritrovarsi tutti vicini. Celebrammo anche la “festa
dell’arcobaleno” (1987).
Nel corso
del 1983 ci venne un’idea: perché non raccogliere in fascicoli le
nostre “schede”?
Passammo
all’azione e nacquero così “Il Padre e i fratelli”, “Il
vento di Dio”, “Lazzaro vieni fuori”, “Oltre la confessione”
e “Con Dio verso la libertà”.
Fu per me un
bell’impegno: cercai di arricchire le elaborazioni precedenti con
un adeguato corredo di note e di bibliografia.
Già in
tutti questi elaborati è chiara la scelta di una cristologia
epifanica in cui la figura storica di Gesù è situata e interpretata
fuori della cornice dogmatica.
Dunque
è
stata un’esperienza avvincente, una scelta comunitaria, un cammino
che non dimentichiamo, un dono di Dio davvero condiviso.
Franco
Barbero