lunedì 21 gennaio 2019

LO STRANIERO NELLA BIBBIA EBRAICA

Il profeta Ezechiele parlando della spartizione della terra d’Israele in epoca futura afferma: «Voi spartirete questo territorio secondo le tribù di Israele. Lo dividerete in eredità fra voi e gli stranieri che abitano tra voi, i quali hanno generato figli in mezzo a voi; questi sono per voi come gli autoctoni tra i figli di Israele. Nella tribù in cui lo straniero si è stabilito, là gli darete la sua parte. Parola del Signore» (Ez 47,21- 23). Queste parole antiche dovrebbero indicare a tutti, a iniziare dal popolo di Israele ritornato alla propria terra, la via di una condivisione dei beni a noi dati ma non nostri («la terra è del Signore»), che sappia attuare un'integrazione e un’uguaglianza capace di non cancellare il pungolo della diversità. È ben vero però che nella prassi tutti, e lo stesso popolo di Israele tornato alla sua terra, attestano di essere ben al di sotto di una tale prospettiva, la quale, per essere realizzata, sembra esigere l’attuazione di altre, più celebri parole di Ezechiele, quelle che si riferiscono a cuori di carne chiamati a sostituire i nostri attuali cuori di sasso (Ez 11,19; 36,26)“
Piero Stefani, La Parola e il commento, Giuntina, pag.109.