martedì 26 febbraio 2019

BASTA CON QUESTO FARSI PARAVENTO CON IL DIAVOLO

La diabolica trovata di dare a satana la colpa di tutto
Satana è tornato. Il suo mito non muore mai perché è la personificazione di tutti mali. Per la gioia degli esorcisti a rischio di disoccupazione, rimessi in gioco dal clamore mediatico provocato dalla gang sanremese di Virginia Raffaele. Che sul palco dell'Ariston ha pronunciato per cinque volte il nome del principe delle tenebre, scatenando le ire di Don Aldo Bonaiuto, coordinatore del servizio nazionale anti sette. 
Ne è seguita una lunga scia televisiva e sociale. In realtà l'episodio è l'ultimo anello di una catena che inizia negli anni 60. Quando qualche baciapile superstizioso mise in giro la teoria secondo cui ascoltando al contrario certi dischi rock si sarebbero sentiti i messaggi satanici che traviavano i giovani.
 E lo sketch dell'attrice, che ha il grave difetto di essere intelligente, rifaceva il verso proprio a questa bufala. "Riavvolgendo" sarcasticamente, una hit strappalacrime come Mamma cantata da Beniamino Gigli. Ovviamente l'ironia non è stata colta. E sulla comica si è abbattuto uno tsunami di minchiate. Dalle accuse più o meno velate di satanismo, alle richieste di riparazione rivolte da più parti a Virginia. Rea di aver banalizzato la sofferenza dei tanti che sono oppressi dalle forze del male. 
Come se a spargere pena e dolore a piene mani fosse il maligno in persona e non 1000 fattori molto meno metafisici e molto più concreti. Dalla povertà, alle malattie, dalla sola solitudine alla disoccupazione. 
In realtà prendersela con il demonio o con chi lo nomina è la vera banalizzazione del male di vivere e della sua drammatica complessità. Che poi questa semplificazione da inquisitori sia motivata da semplice ottusità, o da opportunismo elettorale il risultato non cambia. Resta comunque diabolica. 

Marino Niola 
il Venerdì 22 febbraio