La diabolica trovata di dare a satana la colpa di tutto
Satana
è tornato. Il suo mito non muore mai perché è la personificazione di
tutti mali. Per la gioia degli esorcisti a rischio di disoccupazione,
rimessi in gioco dal clamore mediatico provocato dalla gang sanremese di
Virginia Raffaele. Che sul palco dell'Ariston ha pronunciato per cinque
volte il nome del principe delle tenebre, scatenando le ire di Don Aldo
Bonaiuto, coordinatore del servizio nazionale anti sette.
Ne è seguita
una lunga scia televisiva e sociale. In realtà l'episodio è l'ultimo
anello di una catena che inizia negli anni 60. Quando qualche baciapile
superstizioso mise in giro la teoria secondo cui ascoltando al contrario
certi dischi rock si sarebbero sentiti i messaggi satanici che
traviavano i giovani.
E lo sketch dell'attrice, che ha il grave difetto
di essere intelligente, rifaceva il verso proprio a questa bufala.
"Riavvolgendo" sarcasticamente, una hit strappalacrime come Mamma cantata
da Beniamino Gigli. Ovviamente l'ironia non è stata colta. E sulla
comica si è abbattuto uno tsunami di minchiate. Dalle accuse più o meno
velate di satanismo, alle richieste di riparazione rivolte da più parti a
Virginia. Rea di aver banalizzato la sofferenza dei tanti che sono
oppressi dalle forze del male.
Come se a spargere pena e dolore a piene
mani fosse il maligno in persona e non 1000 fattori molto meno
metafisici e molto più concreti. Dalla povertà, alle malattie, dalla
sola solitudine alla disoccupazione.
In realtà prendersela con il
demonio o con chi lo nomina è la vera banalizzazione del male di vivere e
della sua drammatica complessità. Che poi questa semplificazione da
inquisitori sia motivata da semplice ottusità, o da opportunismo
elettorale il risultato non cambia. Resta comunque diabolica.
Marino Niola
il Venerdì 22 febbraio