mercoledì 20 marzo 2019

Piemonte
Chiamparino: «Ora consultazione popolare»


Uno spettro si aggira per il Piemonte: lo spettro del referendum sul Tav. Ieri, il governatore Sergio Chiamparino ha messo da parte l'impegnativa parola «referendum» e ha virato su «consultazione popolare». Non aveva altra scelta.
Non è stato sufficiente il lancio dei bandi con un nome diverso da parte di Telt: il presidente della regione vede nelle politiche del governo una strategia per perdere tempo all'infinito, e quindi spedire nel cassetto dei ricordi la Torino-Lione. Chiamparino presenterà ufficialmente oggi la richiesta al ministro dell'Interno, Matteo Salvini: «Il Piemonte non ci sta a farsi prendere in giro da Conte-Salvini-Di Maio, tre uomini in fuga elettorale dalla Tav. Formalizzeremo la richiesta di poter tenere la consultazione popolare sul blocco della Tav con le elezioni del 26 maggio».
Consultazione popolare, elezioni regionali piemontesi ed europee si dovrebbero tenere dunque nello stesso giorno. Ma ora la Lega frena: «Mi risulta che per questo referendum sia necessario modificare lo statuto regionale e ci vogliono sei mesi, quindi non è possibile celebrarlo», dice il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, che prima del compromesso trovato con i 5S il referendum lo chiedeva.
A dominare la scena della campagna per le regionali sarà comunque la Torino-Lione, e la prima fase sarà domenica quando in piazza Castello si terrà la terza manifestazione pro Tav in quattro mesi. Invitati a parlare anche i politici ed è facile immaginare che l'unico che terrà un comizio dal palco, di fronte ad almeno 30mila persone, sarà Chiamparino: il quale punta a recuperare lo svantaggio sul candidato, ancora senza nome, della destra a trazione leghista.
Nelle prossime settimane si capirà qualcosa di più sulla «consultazione popolare» e si terranno e altre manifestazioni pro Tav previste da organizzazioni industriali e sindacali piemontesi. M. Pa.

(Il Manifesto 12 marzo)