mercoledì 22 maggio 2019

Ma la strada è in salita

Il sindacato unico? Più semplice a dirsi che a farsi. Nessuno tra i commentatori che ieri hanno reagito alla proposta di Maurizio Landini nell'intervista a Repubblica («Un sindacato unico per il lavoro. Le ragioni delle divisioni storiche non esistono più) è ufficialmente contrario all'idea. Anzi. Ma molti ricordano che nel corso degli anni, anche in periodi in cui il sindacato era molto più forte, la nascita di un unico sindacato italiano è stata sempre un problema. La prima ad avere dubbi era stata Anna Maria Furlan nella sua intervista a questo giornale il 30 aprile: «L'unità va fatta alla base, non dai gruppi dirigenti». Un modo per dire che spesso le divisioni sono più difficili da superare nelle fabbriche che non ai vertici  delle organizzazioni dei lavoratori. Certamente uno dei punti delicati è la categoria dei metalmeccanici che ieri ha presentato il suo primo sciopero unitario nazionale dopo dieci anni di iniziative separate. La rottura sul contratto Fiat ha fatto spesso da detonatore a divisioni e scioperi che coinvolgevano non tutte le sigle. Una stagione difficile da superare, una  stagione di cui Maurizio Landini è stato trai protagonisti. Così non stupisce se le scorie ci sono ancora: «L'unità sindacale non si fa sui giornali», attacca Marco Bentivogli, leader della Fim. Come Furlan anche Bentivogli sottolinea che «sono stati i metalmeccanici della Fim ed è stata la Cisl i primi a proporre la strada dell'unità sindacale». Aggiunge Bentivogli: «Fosse stato per Landini avremmo venduto la sede della Flm». Perché ancora oggi Fim, Fiom e Uilm sono ospitati in una palazzina di corso Trieste, in zona Nomentana, in quella che un tempo era la sede della Flm, il più coerente tentativo realizzato di unità sindacale. Chi crede molto nel ritorno al sindacato unico confederale (che si ruppe proprio il 30 aprile del 1950 con la nascita della Cisl) è il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo: «Facciamolo subito. Creiamo una commissione che decida i passi per arrivarci. Nella nostra sede c'è una stanza a disposizione». Positivo il giudizio del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: «Noi siamo stati sempre dell'idea che avere di fronte un sindacato forte sia importante. Abbiamo bisogno di un sindacato autorevole per costruire un grande Paese insieme, ognuno con le sue posizioni. Un Paese con al centro il tema del lavoro».
Paolo Griseri

(la Repubblica 3 maggio)