lunedì 10 giugno 2019

LE SCONFITTE DI UN MINISTRO DISTRATTO

di Marco Patucchi 
Era un anno fa e si parlò subito di populismo delle fabbriche. Dopo le elezioni politiche che avevano tinta di giallo e di verde l' Italia, si scoprì che nelle roccaforti operaie del paese il Movimento 5 Stelle e Lega dilagavano.
 Le tute blu avevano abbandonato la sinistra e hanno continuato a votare così anche alle elezioni amministrative. Un distacco dalle proprie radici politiche ancora più lacerante dove la fabbrica era (ed è) in crisi: dalla siderurgia di Taranto e Piombino, all'alluminio del Sulcis, dall'auto di Termini Imerese ai bus di Bologna e Avellino.
Pur se con un travaso i voti dal Movimento cinque stelle alla Lega, il populismo delle fabbriche si è ripresentato alle europee di una settimana fa. Un apparente paradosso, considerati gli esiti di un anno di politica industriale del governo: i tavoli di crisi aperti al ministero dello sviluppo economico sono balzati dei 138 di gennaio ai quasi 150 di oggi, con il coinvolgimento di oltre 210.000 lavoratori. 
Addirittura alcune emergenze che erano a un passo dalla soluzione, la ex Alcoa e la Aferpi di Piombino su tutte, tornate pericolosamente in alto mare per l' inefficacia dell'azione governativa e per l'allergia al lavorare in continuità con "quelli che c'erano prima". L'operato di Luigi di Maio al Mise ha fin qui collezionato  grandi annunci e zero risultati: a parte il ritorno della cassa integrazione per cessazione, si ricorderanno le spuntatissime norme anti-delocalizzazioni; il ripetuto ingaggio della CdP e di aziende pubbliche in improbabili interventi di salvataggio; le scarse presenze del ministro i tavoli di crisi; la sostituzioni di dirigenti che gestivano da anni la materia con nuove figure senza esperienza; il dialogo stentato con i sindacati; le promesse mancate hai rider e agli addetti dei centri commerciali sommersi dal lavoro domenicale;  l'assenza nella partita Fca-Renault di fronte a uno Stato francese attivissimo. E si spiega così il contropiede incassato dal governo nelle emergenze dell'ultima ora, Mercatone uno e Whirlpool Napoli. 
La conferma di una deriva incontrollata. Dunque le tute blu continueranno a sentirsi dimenticate, invisibili. Ma solo un miracolo le restituirà alla sinistra: "bisognerebbe che ogni mattina i dirigenti del PD si mettessero a ragionare come se fossero operai" ripete spesso ai suoi il leader della Cgil Maurizio Landini. 
Insomma anche da quelle parti la strada da recuperare è molto lunga. 

La Repubblica 3 giugno