lunedì 28 ottobre 2019

BRASILE

Il governo contro la chiesa cattolica

LA CHIESA CATTOLICA viene considerata una forza di opposizione a cui si imputa di «volersi insediare nelle periferie delle grandi città e nell'interno del Brasile con un programma di sinistra». E il Sinodo una «iniziativa che si propone di mettere in difficoltà il governo Bolsonaro e un inaccettabile attacco alla sovranitànazionale».
Nella realtà questo incontro era stato convocato nel 2017, un anno prima che l'ex capitano arrivasse alla presidenza. Il cardinale Claudio Hummes, arcivescovo di San Paolo e relatore generale al Sinodo, nell'aprire i lavori ha ribadito la necessità di affrontare la crisi socio-ambientale che colpisce la regione amazzonica e di procedere alla demarcazione delle terre indigene, come sancito dalla Costituzione, per preservare la foresta e le sue comunità. Da Brasilia sono subito arrivate le risposte sprezzanti del ministro degli Esteri, Ernesto Araujo, e di quello dell'Ambiente Ricardo Salles, che accusano la Chiesa di voler difendere interessi internazionali in Brasile. Numerosi vescovi brasiliani hanno dichiarato di sentirsi «criminalizzati e trattati come nemici della patria».
Un livello di scontro che non ha precedenti nella storia del Brasile. Neanche durante la dittatura militare la Chiesa era stata oggetto di attacchi così feroci, anche perché il golpe del 1964 fu visto con favore dai vertici ecclesiastici e la rottura istituzionale col regime arrivò solamente in una fase successiva. Intorno al tema della sovranità nazionale i militari stanno allargando il loro consenso, proponendosi come paladini degli interessi del Brasile e dichiarando apertamente di voler contrastare tutte le iniziative politiche e sociali che la mettono in discussione. La Chiesa cattolica e i movimenti sociali sono avvisati.
Francesco Bilotta

(da Il Manifesto 22 ottobre)