Ho letto con immenso piacere la
lettera scritta da d. Roberto di Bergamo e la condivido in pienezza.
Anche io vorrei davvero ringraziare i confratelli e le sorelle che hanno
avuto il coraggio di questa testimonianza e soprattutto vorrei dire
loro che credo in una chiesa che non esclude nessuno, neanche dal
ministero o dalla vita cristiana, una chiesa che accoglie perché ama, che
non fa soffrire o terrorizza i suoi, ma li aiuta ad essere se stessi.
Gesù non ha preteso di avere discepoli perfetti, ma li ha accolti ed
amati così come erano, nel Cenacolo li ha tutti ammessi all'Eucaristia e
al Ministero e non ha chiesto altro che la capacità di amare. Se uno
ama, e l amore non ha genere ma è amore e basta, è già discepolo di Dio.
Credo in una chiesa che non vuole perfettini/e, ingessati e bigotti, ma che
accetta tutti, perché Lui, il Cristo non ha mai fatto distinzioni e non
ha mai voluto i perfetti... Quando capiremo questo? La Chiesa
cattolica,purtroppo non è questo... e tutte le volte che
rifiuta, annienta, zittisce lo Spirito, tutte le volte che la legge vince
sull'amore:
questa non è la chiesa di Gesù.
Allora
grazie fratelli per quello che siete e soprattutto sappiate che ci sono
,in questa chiesa, fratelli che vi amano, vi stimano e soprattutto vi
considerano un dono di quel Dio che è amore e che nella amore non mette
nessun limite.
Un forte abbraccio a te, caro Franco e a tutti i fratelli e le sorelle protagonisti del libro Amori consacrati.
Giuseppe,prete