di Anais Ginori
La
Francia potrebbe essere uno dei primi Paesi europei a inserire nel
codice penale l’"ecocidio", ovvero un’azione "concertata e deliberata
per causare direttamente un danno diffuso, irreversibile e irreparabile a
un ecosistema", come recita una proposta di legge che sarà esaminata
giovedì dall’Assemblée Nationale. Un dibattito altamente simbolico nei
giorni in cui i capi di Stato e di governo saranno a Madrid per la
chiusura della Cop25.
Gli
sherpa sono al lavoro in queste ore per delineare il messaggio politico
che i 196 Paesi lanceranno entro venerdì, quando si concluderà la
Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima. In mancanza di impegni
precisi, la Cop25 dovrebbe permettere almeno di esprimere una nuova
"ambizione", come ha detto il segretario dell’Onu Antonio Guterres, in
vista della Cop26 che si terrà fra un anno a Glasgow, nel Regno Unito, a
cinque anni dall’accordo di Parigi. È in Scozia che i Paesi saranno
chiamati a vincolare nero su bianco i target di riduzione delle
emissioni di gas serra, ora indicati su base volontaria. Ecco perché
politicamente il vertice di Madrid è importante.
Emmanuel
Macron ha fatto della lotta al riscaldamento climatico una sua
priorità, schierandosi apertamente contro il presidente americano Donald
Trump che ha avviato la procedura per uscire dagli accordi di Parigi.
La
Francia appoggia l’obiettivo della neutralità carbonio entro il 2050
per l’Europa.
La nuova presidente della Commissione Ue, Ursula von der
Leyen, dettaglierà mercoledì il suo patto verde, alla vigilia del
Consiglio europeo di giovedì e venerdì. Nonostante alcuni governi ancora
recalcitranti, difficile per i leader rimanere passivi davanti ai dati
scientifici ormai inconfutabili e al movimento di Greta Thunberg che
accusa: «In un anno non è stato fatto niente». La proposta francese per
equiparare i reati ambientali più gravi sullo stesso piano dei crimini
contro l’umanità o i genocidi non viene dalla maggioranza ma è
un’iniziativa del gruppo socialista.
Un
primo testo sull’introduzione dell’ecocidio nel codice penale era stato
bocciato dal Senato nel maggio scorso, ufficialmente perché il quadro
giuridico non era abbastanza chiaro. Il testo che sarà esaminato
dall’Assemblée Nationale questa settimana prevede per chi si rende
responsabile di ecocidio condanne fino a 20 anni di carcere e 10 milioni
di euro di sanzioni.
Nel
caso di società coinvolte la sanzione finanziaria potrebbe arrivare
fino al 20 per cento del fatturato annuo. La proposta di legge prevede
anche di cancellare la prescrizione in casi di reati contro l’ambiente.
La
nuova iniziativa parlamentare parte dall’assunto che ci sia una nuova
urgenza ecologica e una nuova consapevolezza, sulla scia del movimento
guidato da Greta. Il consiglio per la difesa dell’ecologia, un organismo
composto da cittadini estratti a sorte, ha fatto la stessa proposta. E
qualche mese fa lo stesso Macron aveva parlato di "ecocidio" a proposito
degli incendi in Amazzonia.
Il
termine esiste da tempo e ci sono stati in passato vari tentativi
internazionali di introdurre questo tipo di reato nelle competenze della
Corte penale internazionale. Forse adesso i tempi sono maturi per
individuare una responsabilità, anche giuridica, nella protezione del
Pianeta.
Prima dell’estate un gruppo di Ong francesi aveva presentato
una denuncia al Consiglio di Stato per "inazione climatica",
accompagnando l’iniziativa da una petizione che aveva raccolto oltre 2,3
milioni di firme, un record.
La Repubblica 9/12