venerdì 6 dicembre 2019

DA PIU' PARTI

Vista la lucidità delle analisi storiche e la ingente documentazione biblica e teologica che "smontano " il castello dogmatico, perché nelle chiese cristiane c'è tanta resistenza a prenderne atto?
Molti lettori e lettrici del blog mi pongono questa domanda.
Se avessi più tempo a disposizione, mi permetterei una risposta più corposa. Qui mi limito ad alcune riflessioni già spesso avviate e condivise.
1) Esiste una diffusa e profonda  confusione : se tocchi un mattone, un dogma, cade tutta la fede. Si confonde il castello dogmatico con il messaggio della fede.
2) Ora è ovvio che i mattoni dogmatici sono tutti in qualche misura interconnessi ed interdipendenti perché sono figli della cultura  e di un mondo linguistico e simbolico datato.
Ma è possibile ( eccome!) che oggi il messaggio della nostra fede, deponendo il fardello e il castello,  trovi altri linguaggi in cui esprimersi più adeguatamente per gli uomini e le donne di oggi.
3) In realtà la nostra fede nei secoli ha conosciuto e realizzato l'esperienza della storicità e della molteplicità dei linguaggi. Purtroppo sui punti nodali è poi sopraggiunta la fissità dogmatica con la crescita del potere istituzionale .
4)  A mio avviso, ci sono due sorelle gemelle che bloccano questo necessario e urgente processo di cambiamento: l'ignoranza sia biblica che storica e la paura. 
Quando ci si addentra nella esplorazione storica,  per scoprire come si sono formati i dogmi, e quando si cerca di cogliere il nucleo essenziale di questa nostra fede così costruttiva e liberatrice, si trovano le energie per affrontare le paure del cambiamento. Anzi, si gusta la gioia della riscoperta di una fede "contemporanea", cioè amica e ispiratrice di senso per gli uomini e le donne di oggi.
Senza questa svolta si resta a fare il girotondo attorno ai santi, alle madonne, ai miracoli, al "morto per i nostri peccati", all'immacolata concezione, al diavolo tentatore e a mille formule da museo.
Franco Barbero