mercoledì 4 dicembre 2019

Il santo nero siciliano

Il fotografo Nicola Lo Calzo ha seguito la storia di san Benedetto il Moro. Confrontando questo culto e la sua eredità con la situazione dei migranti di oggi
In Sicilia ogni anno si celebra san Benedetto il Moro, il primo santo nero africano. Benedetto (1524-1589) nacque in una famiglia ridotta in schiavitù e portata in Sicilia dall'Africa. Il padre riuscì a farlo liberare grazie a un voto fatto al suo padrone. Benedetto era un frate eremita, taumaturgo e guaritore, e la sua fama si diffuse anche fuori dall'Italia, arrivando nelle colonie spagnole in America, dove diventò il simbolo del riscatto delle comunità nere. "Benedetto è un'allegoria dei nostri tempi", spiega il fotografo Nicola Lo Calzo, che tra il 2017 e il 2019 ha realizzato il progetto Binidittu, ripercorrendo il culto del santo. "Nel seicento, nonostante fosse figlio di schiavi africani, fu scelto tra i beati patroni di Palermo. Poi nel settecento, quando la tratta degli schiavi raggiunse il culmine, la sua figura fu considerata sovversiva perché restituiva ai neri l'umanità che gli veniva negata dall'ideologia razzista dell'epoca".
Lo Calzo riflette sulla storia di Benedetto e sulle analogie tra la sua vicenda e quella degli africani che vivono oggi in Sicilia. "Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando lo ha eletto a simbolo di pace sociale contro il populismo e la politica contro i migranti. Il lavoro nei campi o la prostituzione sono forme di schiavitù moderna. Ai margini delle piantagioni agricole si formano dei ghetti che trasformano donne e uomini in persone invisibili. Sembra ci sia ancora una grossa distanza tra la diaspora africana e il resto della popolazione", dice Lo Calzo!

(Internazionale, 15 novembre)