lunedì 27 gennaio 2020

Al Cottolengo polo completo di senologia

Dalla diagnosi alla ricostruzione del seno, una squadra multi-disciplinare di specialisti (c'è anche il dietologo) coordinata da una unica reception, porta d'ingresso e accoglienza per le donne. La breast unit del Cottolengo si amplia, acquista macchinare all'avanguardia e offre un percorso completo. È l'unica ad avere in team anche il chirurgo plastico.
Ieri, dopo lavori rapidi e una spesa di 1 milione e 300mila euro, in via Cottolengo 17 c'è stato il taglio del nastro dei nuovi spazi. Il centro di senologia, unico a Torino con quello del Sant'Anna (il terzo cittadino e di recente partito al Martini) è coordinato dal radiologo Eugenio Zanon, forte della sua esperienza di anni al centro di senologia dell'ospedale Valdese prima dei tempi bui della chiusura: «Nella struttura sono a disposizione due macchinari all'avanguardia per la mammografia e l'ecografia, ci sono gli ambulatori. La presa in carico delle pazienti è olistica, un'assistenza a 360 gradi e costante che accompagna la donna durante ogni passaggio». Riccardo Bussone, ex-Molinette, è il responsabile della chirurgia: «Ogni donna - dice - è unica e deve essere accolta in un ambiente riservato e confortevole in cui possa trovare ascolto, attenzione e personale specializzato». L'oncologia è diretta da Carlo Alberto Raucci.
I numeri dell'attività sono già molto importanti e l'ambizione è incrementarli ancora. Nel 2019 ci sono state 22.400 prestazioni, sono state eseguite 7.700 mammografie e 1.168 agobiopsie, 706 interventi. Quasi raddoppiati rispetto al 2018. Un incremento notevole anche per le visite cresciute da 1.322 a 2.824. Nel periodo fra il 2012 e il 2018 gli interventi di tumore alla mammella in Piemonte sono cresciuti: 4.446, il 3 per cento in più rispetto al 2017, ma il 7 se il termine di paragone è il 2012.
All'inaugurazione di ieri mattina, condotta dal direttore Gian Paolo Zanetta e dal padre generale don Carmine Arice, c'era anche un ospite d'eccezione: l'arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, che ha dedicato alla platea del Cottolengo un intervento sulla carità «che non conosce lo straniero». La carità «deve arrivare a tutti nessuno escluso - ha detto - come ha voluto il santo Cottolengo; che era un uomo pratico e mistico insieme. Questa attenzione deve quindi puntare a un'eccellenza dei servizi in grado di offrire risposte adeguate nella difesa della persona».
Don Carmine Arice ha sottolineato la scelta preferenziale del Cottolengo per i poveri: «Al nostro ospedale molti accedono in regime di convenzione, ma sono accolte anche persone indigenti. L'ambulatorio Granetti ne è l'esempio e risponde gratuitamente a prestazioni sanitarie fondamentali. Arrivano immigrati e italiani».
Sara Strippoli

(la Repubblica 21 gennaio)