La prima donna alla guida della Procura torinese
Anna
Maria Loreto è la nuova procuratrice capo di Torino. Candidata interna,
66 anni, in magistratura da oltre trenta ha vinto al Csm contro il
candidato esterno Salvatore Vitello, attuale procuratore di Siena: 12
voti contro 7. Loreto succede ad Armando Spataro, a un anno esatto dal
suo pensionamento.
Portano
la firma della magistrata, come coordinatrice della Dda piemontese,
inchieste importanti che hanno messo in luce le sue "spiccate capacità
investigative" e hanno portato all'emersione degli attuali fenomeni
criminali sul territorio. Dall'operazione Alto Piemonte, che nel 2016 ha
rivelato gli intrecci tra la 'ndrangheta e gli ultras della Juventus
con l'arresto di 18 persone per associazione mafiosa, all'operazione
Barbarossa sulle cosche dell'astigiano, all'eclatante operazione che ha
portato all'arresto del super latitante della 'ndrangheta, Nicola
Assisi. All'inchiesta sugli intrecci tra criminalità e politica in Valle
d'Aosta per la quale pochi giorni fa si è dimesso il governatore,
Antonio Fosson.
"La
sua nomina vede per la prima volta una donna a capo di una procura di
grandi dimensioni, un bel segnale e un premio al suo merito". Lo ha
sottolineato il togato di Autonomia&Indipendenza, Piercamillo
Davigo, relatore della proposta di nomina votata questa mattina dal
plenum del Csm. Si tratta, ha aggiunto, "di un magistrato di
straordinaria competenza in materia antimafia, con un'esperienza di
lungo corso sul territorio". Anche un altro togato di A&I, Giuseppe
Marra, ha espresso apprezzamento per la nomina di Loreto che
"rappresenta un'importante scelta di politica giudiziaria, quella di
confermare e premiare la forza della direzione antimafia di Torino, che
da anni contrasta efficacemente le infiltrazioni mafiose nel territorio
piemontese".
Anche
la radiografia della nuova mafia nigeriana è frutto di un lavoro del
pool di Anna Maria Loreto. Che ha svelato la tratta, l'immigrazione
clandestina, lo sfruttamento della prostituzione e i reati predatori.
"La dottoressa Loreto si è occupata nel suo percorso di ogni forma di
criminalità, ordinaria e organizzata; di tipo comune e di tipo
qualificato. Vanta una conoscenza completa dei fenomeni criminali".
Presentata
così, dal consigliere Piercamillo Davigo, la sola candidata torinese
rimasta per la corsa alla successione di Armando Spataro, aveva in
commissione due voti: quello di Davigo (AI), appunto, e quello di Mario
Suriano (Area). Dalle "eccellenti capacità relazionali", sempre attenta a
"valorizzare" le attitudini dei magistrati", abile nell'assicurare
equilibrio "nel rapporto con i responsabili della polizia giudiziaria" e
le altre istituzioni, secondo i suoi sostenitori doveva prevalere su
Salvatore Vitello, "innanzi tutto, per le sue esperienze nel lavoro
giudiziario e sui risultati conseguiti come procuratore aggiunto". È
stata due volte in consiglio giudiziario e 12 anni nel gruppo Dda,
sottolineano, molto di meno il suo "avversario". "Vitello ricopre un
incarico direttivo in una procura di medie dimensioni che ha in organico
7 sostituti e prima ha svolto le funzioni di procuratore alla procura
di Lamezia Terme che ha in organico solo 4 sostituti" era scritto nella
relazione di Davigo. "Loreto, invece, pur avendo svolto un incarico
semidirettivo, si è trovata a trovata a gestire un numero superiore di
sostituti, da 8 a 10 a seconda dei periodi e dei gruppi che ha
coordinato".
"Il
nostro territorio avrà bisogno di tutta la sua esperienza e competenza".
La sindaca di Torino, Chiara Appendino esprime così, via Twitter, i
"più sinceri auguri di buon lavoro" al nuovo procuratore.
La Repubblica 19/12