martedì 21 gennaio 2020

CAMBIARE PER RIMANERE....

Stiamo cambiando per rimanere noi stesse. Ogni identità matura nel tempo ma sentiamo di doverci adeguare rimanendo nello stesso tempo fedeli a ciò che ci ha consegnato il nostro fondatore padre Médaille, nel secolo 17º: il carisma (il dono da vivere) della comunione. 
Stiamo percorrendo un cammino di trasformazione proprio nel periodo in cui suor Claudia Frencia ha pubblicato il libro sulla prima madre generale delle suore di San Giuseppe di Pinerolo, suor Speranza Vaudey giunta dalla Francia nel 1825. Il nostro percorso  iniziato da tempo ci riporta a casa attraverso l'aggregazione (a breve) alle suore di San Giuseppe di Chambéry da cui siamo nate. 
Rimarremo noi stesse, ma in un abbraccio più ampio e con orizzonti di altra portata: la Chiesa del Vaticano secondo invita gli istituti religiosi ad unire energie e risorse per essere più efficaci e per mantenere vivo il carisma. Le suore di San Giuseppe di Chambéry hanno comunità e missioni in quattro continenti e in totale sono circa 1300. 
La decisione di unirci a un'altra congregazione non nasce comunque dalla paura di essere, come suore di Pinerolo, solo più 92 tra Italia,Brasile e Argentina, con un'età media molto alta: non vogliamo cambiare per timore o per opportunismo o per mancanza di forze, ma per sperare e progettare, per evangelizzare e testimoniare la nostra consacrazione religiosa in una visione internazionale che allarghi lo sguardo infondendoci fiducia in quanto la prospettiva e più gravida di vitalità e di futuro. 
La profezia della vita consacrata di oggi contempla e sperimenta questi passi di unione, fusione e raggruppamenti di più congregazioni in un'unica realtà: non solo in America in Francia, ma anche le suore di San Giuseppe di Torino, Novara e Susa ci sono da anni unite in un unico istituto. 
Noi  sentiamo questo passaggio come un'apertura alla speranza , visibile in un'immagine simbolica: la fotografia di un vecchio gelso da qui germina un ciliegio fiorito. Foto consegnata ad ogni suora perché preghi e chieda forza e luce allo Spirito Santo per compiere la volontà di Dio nel nostro tempo. Il percorso non è certo ancora ultimato: abbiamo il desiderio di mantenere, anche se con un nome nuovo, lo stile "giuseppino" e le caratteristiche che ci hanno contraddistinto qui nelle nostre valli, per decenni in meridione (dove ormai abbiamo chiuso tutte le comunità) e anche in America latina dove dal 1952 in Argentina e dal 1972 in Brasile, cerchiamo di trasmettere un po' di amore e sostegno ai più poveri. Questo è ciò che sognava e ci ha trasmesso il nostro fondatore: essere fermento e lievito buono, vivere con coraggio e in umile fiducia con uno sguardo continuo a Dio. 

Una suora di San Giuseppe 
Vita diocesana gennaio 2020