Don Panizza "Minacciato perché offro accoglienza"
LAMEZIA TERME - Don Giacomo Panizza, 72 anni, vive sotto protezione. Era un prete-operaio a Brescia, gli dissero di occuparsi di disabili.
«Che allora si chiamavano handicappati. Arrivai qui a Lamezia e scoprii che li nascondevano in casa. Era il 1976, non mi sono più mosso da qui». Ora mostra con un certo orgoglio un grafico fatto a scatole cinesi: dal suo Progetto Sud sono nate oltre cinquanta esperienze di welfare. Per combattere il disagio psichico, le tossicodipendenze, per ritornare a coltivare la terra. 200 posti di lavoro, l'indotto, le case famiglia. Eppure qualcuno, incredibilmente, non vuole bene a don Giacomo. «Perché accolgo tutti, anche i ragazzi che escono dal carcere, che è la vera palestra della 'ndrangheta».Che cosa chiede al nuovo/a presidente della Regione?
«La Costituzione dice che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, non sul volontariato. La Regione Calabria non ha recepito le leggi dello Stato sul Terzo Settore, ad esempio sulle mamme in difficoltà. La Sanità è un buco nero. Le aziende pubbliche non hanno i bilanci, si fa confusione fra le cliniche private e il privato sociale».
E perché qualcuno non vuole bene alla Comunità Progetto Sud?
«Perché un giorno il commissario prefettizio mi ha detto: vuole prendere in custodia un bene confiscato alla mafia? Ma deve prendere il più grande e il più difficile da gestire, altri la imiteranno. Lo definii uno scherzo da prete, solo che il prete sono io».
E così è stato. Un vostro centro confina con la casa di un boss. Ma ora in molti hanno raccolto l'esempio.
«Nessuno riporta più al Comune le chiavi. Sì, poi magari bruciano una finestra, buttano una bomba. Ma sanno che noi denunciamo, denunciamo sempre. Un giorno il capo di un clan mandò il figlio quasi bambino a dirmi: "Voi non avrete mai pace". Magari è stato così, ma quanta pace abbiamo portato noi». »
Prossimo progetto?
«Ho chiesto un'idea a Stefano Mancuso: scienziato e studioso delle piante, mi ha detto che nessuna Regione ha tanti microclimi come la Calabria. Lavorerà con noi». - (g.s.)
(la Repubblica 20 gennaio 2020)